RASSEGNA STAMPA

Conferenza stampa di presentazione del Rigoletto

Corriere della sera Mercoledì 8 maggio 2002

<<Prima >> a Busseto con l'opera di Verdi,costumi di Vivienne Westwood

Sgarbi regista lirico:le mie vanità nel <<Rigoletto>>

  Roma--- <<Devo telefonare a Saccà alla Rai>>;<<quei comunisti di.....>>.Il microfono, come un <<fuori onda>>,restituisce tutti i cattivi pensieridel sottosegretario ai Beni culturali Vittorio Sgarbi.Che in realtà,parlando della sua prima volta come regista di lirica,si offre moebido,forse temendo più i melomani tradizionali(<<ci muoviamo nel rispetto dei luoghi verdiani...>>) dell'opposizione in Parlamento.

<<Ma il 25 maggio a Busseto ci sarà un Rigoletto tutto menoche governativo>>,esclama il neoregista circondato da hostess e addette varie,tutte donne,tutte belle.Compresa il direttore d'orchestra, kery-Lynn Wilson.Già, perchè sul podio del mestiere più macho che ci sia , il critico d'arte,che si definisce <<piuttosto debordante>>, ha voluto una donna dai lunghi capelli biondi,35 anni, canadese e un buon curriculum.<<Non potevo sopportare un'altra primadonna che fosse uomo, ci sono già io.Il podio è simbolo di potere,qui si domina voltando le spalle, mostrando il sedere:è preferibile vederne uno femminile>>.

Lo spettacolo andrà il 5 luglio al castello di Vigoleno (Piacenza) e il 2 agosto a piazza del campo a Siena.Raidue racconterà l'Onorevole progetto che poggia su scene dipinte, alla maniera antica. Il cast muterà, a Busseto Carlo Guefi, Yelda Kodalli e Massimo Giordano che, come duca di Mantova, prende il posto di Andrea Bocelli. Qui Sgarbi s'impenna:<<Tenore bravo e discusso, si pensava fosse un'opera alla portata della sua piccola voce. Poi Gianni Baratta, della fondazione Toscanini che ci produce, con la sua aria mefistofelica mi ha detto:"Bocelli ha accettato? Bene. Non ha più accettato? Meglio". Baratta era il mio candidato alla Biennale, volevo sostituire Paolo Baratta con un altro Baratta, ma Urbani me l'ha impedito>>.

Evitato il prevedibile confronto col Don Giovanni, digerita la sconfitta per La Traviata, reclamata da Zeffirelli sullo stesso minuscolo palco di Busseto           (7 metri e mezzo) visto come <<la casa delle bambole>>, si affaccia un Verdi dark. Sgarbi paragona il suo Io multiforme a Pasolini. E' il fondale storico che accende la regia: <<Il racconto è macchinoso,lontano dalle mie corde.La scena ha due livelli visuali,i quello inferiore dominano i costumi di Vivienne Westwood, i personaggi avvolti nella nebbia; sopra, i dipinti dell'epoca, il Mantegna della Camera degli Sposi nel Castello di Mantova, il Giulio Romano a Palazzo Tè...>>

Valerio Cappelli

IL GIORNALE   Mercoledì  8 maggio 2002

da Roma

<<Sarà un Rigoletto tutto meno che governativo>>,quello di cui farà la regia Vittorio Sgarbi al piccolo teatro Verdi di Busseto, stando a quanto spiega lui stesso:<<e principalmente sarà il tentativo di accordare i luoghi in cui si svolge e rappresenta con quel che in essi è, con l'arte del tempo , perchè una regia è essenzialmente un fatto visivo>>.

Il Rigoletto, in scena dal 25 maggio nella cittadina di Verdi, poi allestito nel castello di Vigoleno(Piacenza) dal 5 luglio e infine, per una recita gratuita, il 2 agosto in Piazza del campo a Siena, è prodotto dalla fondazione Toscanini e avrà i costumi di una stilista come Vivienne Westwood e le scene del pittore Alberto Andreis con luci di Sergio Rossi, mentre sul podio salirà un direttore donna, Keri-Lynn Wilson. 

<<Le polemiche si sprecheranno sul nome Sgarbi - dice il presidente della fondazione Gianni Baratta - ma siamo certi della giustezza della nostra scelta, a lungo discussa in consiglio, perchè si tratta di un uomo di cultura,un creativo che ha il coraggio di dire quel che pensa e capace, con un'opera che parla un linguaggio del passato a un pubblico ormai diverso, di trovare nuovi linguaggi e evidenziare in quei segni del passato i segni che contengono anche del futuro>>.

Sgarbi si definisce una personalità <<piuttosto debordante>> e aggiunge <<di giocare in questo caso fuori campo, o meglio in campo altrui>> respingendo le accuse di conflitto di interessi,perchè nessun uomo politico solo perchè fa politica ha smesso di il suo lavoro di artista. Intanto racconta di aver venduto l'allestimento dell'opera a Hanoi e a Singapore. Sgarbi ha prima spiegato come nacque, durante un'incontro casuale a cena, la richiesta di Baratta (<<era il mio uomo anche per la Biennale, per sostituire un Baratta con un Baratta, ma Urbani me lo ha impedito>>), il quale << è seducente come Mefistofele e pronto a far fronte a tutto con semplicità e leggerezza>>; come si sia arrivati a scegliere Rigoletto, dopo la Traviata su cui Zeffirelli ha esercitato una sorta di prelazione.

Passa poi a parlare delle idee di regista, ricordando che la vicenda si svolge a Mantova e quindi i riferimenti saranno la camera degli sposi di Mantegna del Castello e il Convito degli dei di Giulio Romano a Palazzo Tè. Ma queste precise citazioni, << che hanno costretto Andreis a fare anche il copista, per scene solo dipinte, in nome della finzione assoluta -spiega sempre Sgarbi- che dovrebbe cambiare col variare dei luoghi: a Siena le opere di Domenico di Bartolo, a Ferrara gli affreschi di palazzo Schiafonoia e  così via>>.

Sul podio una donna, perchè << il mio narcisismo non poteva sopportare un'altra primadonna uomo>> e quind cita Elias Canetti sul potere del direttore d'orchestra, << alto, isolato, che mostra le spalle indifferente a tutto: e allora è meglio anche vedere un sedere femminile>>.
 
 


Articolo GAZZETTA DI PARMA  08/05/2002

Sgarbi «incarta» il Rigoletto

Presentata a Roma l'opera che andrà in scena a Busseto

ROMA - Dirige il Rigoletto per la fondazione Arturo Toscanini, ma si vedrebbe meglio regista del Don Giovanni, «un personaggio che conosco molto bene, interpretandolo ogni giorno».

Solleticato nella sua vanità l'onorevole Vittorio Sgarbi si concede alla stampa al suo debutto come regista in teatro. Dal 25 maggio sarà infatti dietro le quinte del Rigoletto al teatro Verdi di Busseto, per regalare ai personaggi dell'opera una dimensione più umana e quotidiana.

«Chi verrà a vedere questo Rigoletto non sarà solo per ragioni legate all'opera, ma anche per la curiosità morbosa del conflitto di interessi - sottolinea subito l'onorevole - ma non c'è in realtà conflitto tra la mia funzione pubblica e la regia di un'opera. E' come se uno scrittore che diventa senatore smettesse di scrivere romanzi, è solo una questione da pettegolezzo».

Insomma sembra che il futuro dell'opera lirica passi attraverso i nomi di personaggi famosi. Ne è convinto Gianni Baratta, direttore della Fondazione 'Toscanini': «Occorrono segni di rinnovamento della comunicazione artistica e chiamare personaggi noti regala linfa vitale alla lirica».

E' stato lo stesso Baratta infatti a convincere Sgarbi a cimentarsi in questa nuova avventura. Ma ha spinto subito il tasto giusto, mettendo a disposizione del critico d'arte una serie di nomi che fanno veramente tendenza abbinati al Rigoletto.

Il direttore d'orchestra sarà la bella canadese Keri-Lynn Wilson, mentre la creazione dei costumi è stata affidata alla eccentrica stilista inglese Vivienne Westwood. Le scene comunque saranno l'elemento più originale della nuova versione: niente tecnologie o impianti mobili, si torna alle scenografie dipinte.

«Insieme allo scenografo e pittore Alberto Andreis abbiamo creato un impianto totalmente bidimensionale - racconta Sgarbi - in scena non vi sarà nessun elemento plastico, ma solo quinte dipinte tratte da serie di cicli pittorici che corrispondono all'epoca dell'opera, per dare un riferimento storico sicuro».

Al teatro di Busseto, un gioiellino dell'acustica in cui entrano solo 330 spettatori, ci saranno le tele di Andrea Mantenga e di Giulio Romano. Poi la rappresentazione si sposterà il 5 luglio per tre serate al castello piacentino di Vigoleno e infine conquisterà il 2 agosto piazza del Campo a Siena, dove potranno affluire circa 35mila persone.

«Per gli altri due palcoscenici ho pensato agli affreschi dei Mesi di Francesco del Cossa, nel palzzo Schifanoia a Ferrara e quelli del Pellegrino nello Spedale di Santa Maria della Scala a Siena» precisa il neo regista che sarebbe tentato anche dal cinema.

«Non me lo hanno ancora chiesto, ma accetterei - spiega - mi piacerebbe fare una sorta di Amici miei, che è sublime, punterei su un mio aspetto meno noto, quello comico».

Alessia Mattioli

Articolo GAZZETTA DI PARMA  08/05/2002
 

Sarà il regista dell'opera di Verdi che va in scena a Busseto il 25

Sgarbi: «Il mio Rigoletto»

ROMA - «Sarà un Rigoletto tutto meno che governativo», quello di cui farà la regia Vittorio Sgarbi al piccolo teatro Verdi di Busseto, stando a quanto spiega lui stesso: «e principalmente sarà il tentativo di accordare i luoghi in cui si svolge e rappresenta con quel che in essi è, con l'arte del tempo».

Il «Rigoletto», in scena dal 25 maggio nella cittadina di Verdi, poi allestito nel castello di Vigoleno (Piacenza) dal 5 luglio e infine, per una recita gratuita, il 2 agosto in Piazza del campo a Siena, è prodotto dalla Fondazione Toscanini e avrà i costumi di una stilista come Vivienne Westwood e le scene del pittore
Alberto Andreis con luci di Sergio Rossi, mentre sul podio salirà un direttore donna, Keri-Lynn Wilson.



 
 

Libertà 08/05/2002

Avvenimenti - Il sottosegretario regista per la Fondazione Toscanini, sul podio la Keri-Lynn Wilson

Sgarbi: un Rigoletto antigovernativo

Debutto a Busseto il 25 maggio, poi in estate a Vigoleno
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Roma - «Sarà un Rigoletto tutto meno che governativo», quello di cui farà la regia Vittorio Sgarbi e che esordirà al piccolo Teatro Verdi di Busseto, stando a quanto spiega lui stesso: «E principalmente sarà il tentativo di accordare i luoghi in cui si svolge e rappresenta con quel che in essi è, con l'arte del tempo, perché una regia è essenzialmente un fatto visivo». Il Rigoletto, in scena dal 25 maggio nella cittadina di Verdi, e che poi sarà allestito nel Castello di Vigoleno il 5, 7 e 9 luglio prima di approdare, per una recita gratuita, il 2 agosto in Piazza del Campo a Siena, è prodotto dalla Fondazione Toscanini e avrà i costumi di una stilista come Vivienne Westwood e le scene del pittore Alberto Andreis con luci di Sergio Rossi, mentre sul podio salirà un direttore donna ormai lanciato, Keri-Lynn Wilson.

«Le polemiche si sprecheranno sul nome di Sgarbi - esordisce il direttore generale della Fondazione Gianni Baratta - ma siamo certi della giustezza della nostra scelta, a lungo discussa in Consiglio, perché si tratta di un uomo di cultura, un creativo che ha il coraggio di dire quel che pensa e capace, con un'opera che parla un linguaggio del passato a un pubblico ormai diverso, di trovare nuovi linguaggi ed evidenziare in quei segni del passato i segni che contengono anche del futuro. Sgarbi, fino a questo momento non è uscito fuori delle righe, e le cose sono andate meglio di quel che ci aspettavamo, perché supera la propria inesperienza con la cultura e la sua sensibilità artistica, disponibile a collaborare con gli altri artisti responsabili dell'allestimento: è così che nasce il nuovo, che si dona nuova vitalità alla lirica».

Sgarbi si definisce una personalità «piuttosto debordante» e si paragona a un altra figura «debordante come Pier Paolo Pasolini, capace di usare tanti linguaggi diversi» e aggiunge «di giocare in questo caso fuori campo, o meglio in campo altrui» respingendo qualsiasi accusa, già avanzata, di conflitto di interessi, perché nessun uomo politico solo perché fa politica ha smesso di fare il suo lavoro di artista.

Intanto racconta di aver venduto l'allestimento dell'opera a Hanoi e a Singapore, durante i suoi viaggi, e che si farà probabilmente anche nella sua Ferrara, mentre Raidue ne registrerà le prove e i tre allestimenti per ricavarne uno speciale e un Dvd. Sgarbi ha prima spiegato come nacque, durante un incontro casuale a cena, la richiesta di Baratta («era il mio uomo anche per la Biennale, per sostituire un Baratta con un Baratta, ma Urbani me lo ha impedito»), il quale «è seducente come Mefistofele e pronto a far fronte a tutto con semplicità e leggerezza»; e poi come si sia arrivati a scegliere Rigoletto, dopo la Traviata su cui Zeffirelli ha esercitato una sorta di diritto di prelazione, anche perché avrebbe dovuto vestire i panni del gobbo verdiano Andrea Bocelli, «mio amico, tenore bravo e discusso», che poi si è ritirato, mentre la Westwood ha prima accettato, poi rifiutato, infine firmato il contratto.

Quindi passa a parlare delle idee di regista, ricordando che la vicenda si svolge a Mantova e quindi i riferimenti saranno la Camera degli sposi di Mantegna del Castello e il Convito degli dei di Giulio Romano a Palazzo Tè. Ma queste precise citazioni «hanno costretto Andreis a fare anche il copista, per scene solo dipinte, in nome della finzione assoluta - spiega sempre Sgarbi - che dovrebbero cambiare col variare dei luoghi: a Siena le opere di Domenico di Bartolo, a Ferrara gli affreschi di palazzo Schiofanoia e così via.

L'interrogativo saranno Hanoi e Singapore». Infine il neo regista (le prove iniziano il 10 maggio) racconta che cercherà di dare plausibilità a personaggi e vicende, «a dare loro una umana naturalezza evitando ogni enfasi teatrale», sicuro «che tutto troverà la propria armonia nella forza di coesione della musica, da cui scaturisce anche la storia, la visione».

Sul podio una donna, la Keri-Lynn Wilson perché «il mio narcisismo non poteva sopportare un'altra primadonna uomo» e quindi cita Elias Canetti sul potere del direttore d'orchestra, «alto, isolato, che mostra le spalle indifferente a tutto: e allora è meglio anche vedere un sedere femminile». Il secondo appuntamento lirico a Vigoleno, dopo il successo della stagione scorsa, sarà in programma il 26, 28 e 30 luglio con la Tosca di Puccini, regista Mietta Corli, direttore Gunter Neuhold.

Ester Barcella


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