Pensiero del mese di Settembre 2012

" Capaci di …futuro ? "

La crisi che stiamo vivendo spaventa tutti perché è una crisi di sistema: le istituzioni politiche e il regime economico come li abbiamo fin qui conosciuti non sono più in grado di reggere le sorti del pianeta. Come si può quindi immaginare un domani a cui guardare con speranza?
E’ questa la domanda a cui ha cercato di rispondere il convegno della rivista “Missione Oggi”, tenutosi a Brescia ultimamente. I numerosi relatori, capaci di affrontare il tema da punti di vista diversi, erano tuttavia uniti dall’idea di un ripensamento globale della situazione attuale, nella prospettiva di un futuro equo, condiviso e sostenibile.
 “Anche in Italia - ha spiegato Marino Ruzzenenti, storico e militante ambientalista - la crescita è stata un dogma incrollabile, per la destra e per la sinistra. Ma la crescita oggi non c’è più, per la saturazione dei consumi e per la fine del petrolio: abbandonare la super-ideologia della crescita è l’unico modo per uscire dalla crisi. Ma questo richiede un ripensamento totale sul piano economico e sociale”.
Il gesuita Francesco Occhetta, della rivista “Civiltà Cattolica”, ha osservato che due sono gli strumenti per uscire da una crisi attuale: la costruzione di una cultura “forte”, e un servizio alle nuove povertà che la crisi stessa ha causato e i cui effetti sono sotto i nostri occhi.

Le parole di Annarosa Buttarelli, docente all’università di Padova, fanno rabbrividire: “Oggi siamo in agonia, non in crisi; se ne esce solo con una ‘resurrezione’ dalle macerie.

Parliamo di decrescita, sobrietà, pauperismo, ma la posizione non cambierà. E’ necessario riconsiderare il modo di produzione recuperando le forti istanze anticapitalistiche presenti nella storia della nostra società.
Teresa d’Avila predicava la necessità di rifiutare la rendita monetaria o quant’altro che oggi  il sistema offre. Tutto ciò richiede di reimpostare i concetti di dono e gratuità, limitando il lavoro se eccede il necessario, regolandolo secondo la predisposizione, pagandolo il giusto”.

A differenza della tradizione cristiana, gli islamisti non concepiscono come obiettivo la redistribuzione del reddito, ma prevedono un modello basato sulla carità”, una posizione che favorisce privilegi economici e squilibri sociali. Ma non rispetta la persona. Le differenze possono esistere, ma la distruzione dei diritti fondamentali e comuni per ogni persona, non può essere ammessa o tollerata. Siamo figli di Dio, tutti figli di Dio.
 

 




Due santi al mese


1 - San Giustino di Parigi martire mercedario


Nato a Parigi, San Giustino, insegnava all'Università della sua città, materie giuridiche in cui era  molto erudito. Entrato poi nell'Ordine Mercedario (per la liberazione degli schiavi)  ricevette l'abito nel convento a Valenza (Spagna) come cavaliere laico. In seguito venne inviato nella città di Granada in missione di redenzione, dove fortificò alcuni prigionieri che sotto le pressioni dei mori erano sul punto di rinnegare la loro fede. I mori infuriati del suo successo e sentendolo parlare con ardore sulle verità della religione cattolica mentre disprezzava la legge di Maometto, lo presero, gli spaccarono le mascelle ed infine lo appesero con una corda al collo ad un albero. Invocando il nome di Gesù spirò santamente raggiungendo la schiera dei martiri nell'anno 1337.



3 - San Gregorio Magno, Papa e Dottore della Chiesa 

(Papa dal 03/09/590 al 12/03/604)
Nacque a Roma verso il 540. Entrato nella carriera politica, divenne prefetto dell'Urbe. Abbracciò poi la vita monastica, fu ordinato diacono e costituito legato pontificio a Costantinopoli. Il 3 settembre del 590 fu elevato alla cattedra di Pietro e si dimostrò vero pastore nel disimpegno del suo alto ufficio, ma specialmente nella cura dei poveri.
Si dedicò con zelo anche alla diffusione della fede. Fra le tante occupazioni trovò anche il tempo per scrivere trattati di morale e di teologia. Morì il 12 marzo del 604.