Pensiero del mese: Settembre 2005
Perché si mantengono comportamenti inutili nella vita di ogni giorno?
Molte persone sono superstiziose e lo sono indipendentemente dalla loro cultura,
razza, etnia. Ritroviamo le superstizioni in tutte le popolazioni del mondo
e in una grande varietà di forme.
Ma cos’è esattamente una superstizione? In generale si può
dire che ogni atto al quale si attribuisce un potere, misterioso
e irrazionale è superstizione.
Toccare ferro, indossare un indumento particolare o portare con se oggetti-porta
fortuna sono alcune tra le centinaia di superstizioni che l’uomo pratica.
Abbiamo parlato del malocchio nello scorso luglio, come convinzione di una persecuzione
occulta che ci insegue nel quotidiano.
Tuttavia, questi comportamenti superstiziosi sono molto più estesi. Anche
persone di fede sono spesso combattute tra “il comportamento inutile”
e la preghiera che rivolge al Signore all’inizio della giornata. I fatti
dovrebbero convincerci che certi gesti superstiziosi non sono la causa di ciò
che accade e dovremmo smettere di praticarli.
Questa caratteristica così diffusa ha incuriosito molti studiosi del
comportamento, i quali vedono una contraddizione insita in un atteggiamento
che l’uomo tende a mantenere ma che risulta, secondo la ragione, del tutto
inutile. Alcuni ricercatori hanno voluto quindi studiare più approfonditamente
questo fenomeno, scoprendo cose curiose.
Quando adottiamo un comportamento superstizioso ci aspettiamo
che il nostro atto influenzi gli eventi futuri. In realtà,
questo accade di rado e la statistica ce lo dimostra. Di conseguenza, la relazione
tra superstizione (“comportamento inutile”) ed evento atteso è
del tutto casuale. Infatti, ad esempio, ci possono capitare diverse disgrazie
ma solo ben poche saranno precedute da un gatto nero che incontriamo per la
strada. L’evento sarà quindi imprevedibile, ma potremo considerarlo
legato al tempo, nel senso che non sapremo perché accade ma sapremo che
prima o poi accadrà.
Il contesto della superstizione è quindi composto da due elementi indipendenti:
da una parte c’è la persona che ripete lo stesso atto, dall’altra
c’è l’evento atteso il quale si verifica qualche volta, in
coincidenza con il gesto superstizioso. Queste poche volte saranno scambiate
come prova dell’esistenza di una relazione di causa-effetto.
Ma l’irrazionalità di queste cose dovrebbe portarci sul piano del
ridicolo. Perché non sappiamo ridere di noi qualche volta? Nella vita
acquisteremmo più carattere e personalità. La nostra sicurezza
riposta un po’ più nella Fede ci darebbe più entusiasmo.
Faremmo sorridere il Buon Dio che dall’Alto guarda le sue creature eternamente
infantili e forse si domanda ancora perché continua ad amarli.