Pensiero del mese di Ottobre 2003

 

Le radici cristiane dell'Europa e la nuova Costituzione Europea

"…le radici cristiane sono per l'Europa la principale garanzia del suo futuro. Potrebbe un albero senza radici vivere e svilupparsi?"

Così ha affermato Giovanni Paolo II nell'Omelia per i Primi Vespri della Solennità dei Santi Pietro e Paolo (29 giugno 2003) offrendo a tutta la chiesa e a tutta l'Europa, la lettera Apostolica Ecclesia in Europa. Da allora il Papa con insistenza ripete in ogni occasione questo stesso richiamo.

Le polemiche di questo periodo vertono sull'opportunità di citare le radici cristiane dell'Europa nella prossima Costituzione. Non si discute, cioè, se ispirare a tali radici l'intera costituzione, cercando di costruire una società che rispetti l'uomo e la sua libertà così come solo il cristianesimo a saputo realizzare in ogni cultura.

Incredibile ma vero, però molti cristiani tacciono. Pensano che la fede sia una questione solo personale e comunque lontana (o separata) dalle scelte giuridiche, etiche, economiche….

I cattolici non possono pensare questo rimanendo in comunione con il Papa.

La fede cristiana non deve cadere nel rischio di diventare un sogno, una idea, una ispirazione o un valore: si ridurrebbe a quei sogni, o più precisamente incubi, che sono le ideologie che in un recente hanno decretato i fallimenti umani.

La fede cristiana è rapporto con un Volto reale, da incontrare, riconoscere e amare. Gesù è via, verità e vita, e Maria è il segno più evidente e materno che a Lui conduce.

Questo è il segreto dell'intelligenza di Giovanni Paolo II anche nel giudizio sugli avvenimenti della storia: lo sguardo rivolto a Cristo, grazie a Maria, per comprendere la realtà nel suo significato definitivo. E aggiunge lo stesso pontefice:

Per essere cristiani "Non si tratta solo di imparare le cose che Cristo ha insegnato, ma di imparare Lui'." Per tutti noi rimane il compito, e il desiderio, di essere anche noi Suoi testimoni, di Lui e perciò di ciò che permette ai valori umani di realizzarsi.

L’On. Rocco Buttiglione si domanda:

Perché vogliamo che, nella Costituzione europea, l'Europa riconosca le proprie radici culturali cristiane ? Vogliamo forse dire che tutti gli Europei devono essere cristiani cattolici e che quelli che non vanno a Messa la Domenica sono cittadini di seconda categoria?

Non è questo quello che noi vogliamo dire! Quando vogliamo che siano menzionate le radici cristiane dell'Europa, non dimentichiamo che l'Europa è fatta di cattolici, di protestanti, di ortodossi e anche di cittadini che se gli domandi se Gesù Cristo sia il Figlio di Dio ti rispondono di no o che non ci credono, non credenti. Perché, allora, diciamo che l'Europa ha delle radici cristiane? Parliamo del Cristianesimo in un senso culturale. Anche quegli uomini Europei che non credono in Gesù Cristo Figlio di Dio o che dicono di non credere in Gesù Cristo Figlio di Dio, - che non è esattamente la stessa cosa, perché a giudicare sulla fede sarà solo il buon Dio nell'altro mondo.

Che vuol dire questo? Se uno viaggia e va fuori dell'Europa lo capisce meglio. Perché scopre che tante cose che noi consideriamo come ovvie e scontate, come puramente naturali, fra popoli che non hanno subito l'esperienza cristiana non sono riconosciute. Non stiamo dicendo che noi siamo migliori o più buoni di altri popoli. Ci sono alcuni valori naturali che nel Cristianesimo hanno avuto un appoggio potentissimo e hanno formato la nostra cultura. Ci hanno dato un modello di famiglia: noi siamo più o meno convinti che i bimbi devono nascere da un papà e da una mamma e che un papà ed una mamma devono prendersi cura dei loro figli (… c'è il divorzio, però è considerato ancora una eccezione). Noi crediamo in una certa struttura di famiglia che produce un certo tipo di persona. Non in tutto il mondo è così, non nello stesso modo.

Quale è l'apporto più grande che il Cristianesimo ci ha portato? Forse è la idea di persona.

La persona è un essere il quale non può realizzare compiutamente se stesso se non attraverso un libero dono di sé. E l'idea di persona è che uno vive attraverso l'altro, che l'appartenere all'altro è costitutivo della mia identità tanto che io non sarei me stesso se non appartenessi a te

Il cristianesimo è capace di rendere il lontano vicino, l'estraneo fratello, di creare una comunità che va al di là del vincolo della carne. Approfondisce il vincolo della carne, ma crea una comunità che va al di là di questo vincolo.

Fa comprendere all’uomo cosa è l’uomo.

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