VIGOLENO Casa Tanzi dal 20 gennaio al 25 Febbraio 2007 |
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TITO
Lo scultore della memoria - 20 Gennaio - 28 Febbraio 2007 A cura di Sabino Ventura, Yumiko Tachimi, Don Roberto Tagliaferri
Casa Tanzi – Inaugurazione alla presenza dell’artista 20 Gennaio ore 17.00
"Il lavoro di Tito è ad un tempo intervento di riduzione della materia all'astrazione della figura ma anche tentativo di relazionare la luminosa razionalità della geometria alla angosciosa irrazionalità della magia.(Costantino Dardi)
“Le suggestioni, lungo l’itinerario di Tito, possono essere state molte, anche a livello conoscitivo e culturale. Perché, infatti, l’artista ha studiato e si è formato a Firenze dove, almeno da Arnolfo a marino Marini, passando per Andrea Pisano a Donatello al Buonarroti, e tralasciando (ma nemmeno tanto) umori etruschi ed italici espressi al Museo archeologico e la plasticità serrata e cadenzata della struttura urbana che ancora l’occhio accorto può cogliere, gli avvenimenti e, peggio, gli incantamenti, possono financo essere stati troppi; tanto più per uno spirito alacre e curioso, selettivo ed attento che nulla può aver decantato di troppo prossimo e prensile senza averlo studiato, sì, ma anche amat. (Sandra Orienti - 1990. Dal catalogo della IV Biennale d’Arte Sacra di Pescara)
“ Nelle opere di Tito è visibile, attraverso un vocabolario incisivo di forme, unito però ad una immedesimazione poetica, la sua posizione riguardo alle domande dell’umanità moderna, della natura e del cosmo. Per questo l’artista è come provato dalla su “scatola bianca” con dentro una “scultura bianca”, sta in vivo contatto con la tradizione e con la storia dell’arte. ( Gerhard Kolberg – Colonia 1985)
“Legno materia meravigliosamente “povera”, che sa di natura viva e di sudore umano. Tito ha scelto il legno in ragione di siffatte ed intrinseche qualità che, attraverso il suo intervento plastico, diverranno valori espressivi. Ha scelto il legno, dunque, perché intonato alle qualità del suo discorso. Il quale si risolve in un atto di protesta e, insieme, in un atto d’amore.(Carlo Munari – “Linea Grafica” febbraio 1980)
“Il coraggio di affrontare temi e tecniche cui altri artisti hanno legato la loro notorietà non ha ingannato Tito Amodei – in arte più semplicemente Tito – che affronta il simbolo della mela e il legno grezzo con una disinvoltura protetta dalla tecnica avanzata e dallo strudio serio dei problemi connessi all’arte plastica.(Tommaso Paloscia – “La Nazione” 12.3.78)
“Forse ha ragione Tito a dire che queste sue sculture fra 1983 2 ?84, “segnano il punto di arrivo di vent’anni di lavoro”. Certamente ne segnano l’esperienza più risolutamente essenzializzata e più decisiva in vista di una decantazione estrema,nel segno strutturale più scarno ed acuto, del gesto immaginativo di far scultura, quanto del gesto operativo del suo lavorare. Per questa, la materia primaria che da vent’anni s’è scelta come propria: il legno; qui un semplice, e povero, legno d’abete nostrano. Non escluderei tuttavia che il lavoro plastico di Tito possa riservarci in seguito altre sorprese.(Enrico Crispoldi – da “Strutture di Segni” 1985)
“E’ chiaro che tutto ha corrisposto ad un mio preciso momento interiore. Queste sculture sono la traduzione di quello che io sono stato. Anche la materia preferita, il legno in prevalenza, è stato una scelta ma anche una necessità. (Da “Tito, le sculture, catalogo 1976)
Non Ho Parole, ma il piacere di avere “Tito” a Casa Tanzi, nel Borgo delle Arti dal 20 Gennaio al 28 Febbraio con le sue sculture in legno e in bronzo per creare le “Stanze delle Meraviglie dell’Arte”
Sabino Ventura
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