VIGOLENO
Casa Tanzi dal 20 gennaio al 25 Febbraio 2007
                       

TITO
Lo scultore della memoria - 20 Gennaio - 28 Febbraio 2007 A cura di Sabino Ventura, Yumiko Tachimi, Don Roberto Tagliaferri

Casa Tanzi – Inaugurazione alla presenza dell’artista 20 Gennaio ore 17.00


TITO – Pittore, scultore, incisore
 
E’ nato a Colli al Volturno, in provincia di Isernia in Molise, nel 1926. Diplomato in pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1957 con Primo Conti. Per la scultura è autodidatta. Inizia l’attività espositiva nel 1964, la intensifica negli anni in Italia ed all’estero fino alla grande antologica al Vittoriano di Roma nel 2005.
Le sue opere oltre che nei musei nazionali e stranieri ed in raccolte private sono anche in spazi pubblici civili e religiosi nei quali ha realizzato affreschi, mosaici, vetrate e monumenti celebrativi. Anche la sua produzione grafica è rilevante, espressa in tutte le tecniche incisorie. Tutto il suo lavoro è caratterizzato da un’attenzione privilegiata alla forza espressiva dei materiali, quali il legno, la pietra e il bronzo, trattati in maniera artigianale.
Della sua attività si sono interessati critici e studiosi di varia provenienza e tendenza culturale. Nel 1962 ha pubblicato (De Luca, Roma) “50 Artisti per la Passione”: un’antologia di immagini sulla passione di Cristo nell’arte contemporanea. Nel 1970 raccoglie nel volume “L’Arte Sacra oggi” (Sala 1, Roma) i suoi articoli pubblicati dalla rivista La Prora di Firenze, sullo stesso argomento.
Per i problemi dell’Arte per il Culto continua a scrivere, con rubriche fisse, su periodici specialisti.
Nel 1970 fonda a Roma il Centro di Sperimentazione Artistica SALA 1 che dirige personalmente per diversi anni realizzando Mostre dal successo spesso clamorose, come quella sui Cristi di Matta, sulle opere sacre di Wotruba e sul Kitsch religioso.
Dagli anni ’80 è membro dei virtuosi del Pantheon e dal 1999 è membro della Cei per la valutazione delle decorazioni nelle nuove chiese. Risiede a Roma, religioso della comunità passionista della Scala Santa.



"Il lavoro di Tito è ad un tempo intervento di riduzione della materia all'astrazione della figura ma anche tentativo di relazionare la luminosa razionalità della geometria alla angosciosa irrazionalità della magia.(Costantino Dardi)

“Le suggestioni, lungo l’itinerario di Tito, possono essere state molte, anche a livello conoscitivo e culturale. Perché, infatti, l’artista ha studiato e si è formato a Firenze dove, almeno da Arnolfo a marino Marini, passando per Andrea Pisano a Donatello al Buonarroti, e tralasciando (ma nemmeno tanto) umori etruschi ed italici espressi al Museo archeologico e la plasticità serrata e cadenzata della struttura urbana che ancora l’occhio accorto può cogliere, gli avvenimenti e, peggio, gli incantamenti, possono financo essere stati troppi; tanto più per uno spirito alacre e curioso, selettivo ed attento che nulla può aver decantato di troppo prossimo e prensile senza averlo studiato, sì, ma anche amat. (Sandra Orienti - 1990. Dal catalogo della IV Biennale d’Arte Sacra di Pescara)

“ Nelle opere di Tito è visibile, attraverso un vocabolario incisivo di forme, unito però ad una immedesimazione poetica, la sua posizione riguardo alle domande dell’umanità moderna, della natura e del cosmo. Per questo l’artista è come provato dalla su “scatola bianca” con dentro una “scultura bianca”, sta in vivo contatto con la tradizione e con la storia dell’arte. ( Gerhard Kolberg – Colonia 1985)

“Legno materia meravigliosamente “povera”, che sa di natura viva e di sudore umano. Tito ha scelto il legno in ragione di siffatte ed intrinseche qualità che, attraverso il suo intervento plastico, diverranno valori espressivi. Ha scelto il legno, dunque, perché intonato alle qualità del suo discorso. Il quale si risolve in un atto di protesta e, insieme, in un atto d’amore.(Carlo Munari – “Linea Grafica” febbraio 1980)

“Il coraggio di affrontare temi e tecniche cui altri artisti hanno legato la loro notorietà non ha ingannato Tito Amodei – in arte più semplicemente Tito – che affronta il simbolo della mela e il legno grezzo con una disinvoltura protetta dalla tecnica avanzata e dallo strudio serio dei problemi connessi all’arte plastica.(Tommaso Paloscia – “La Nazione” 12.3.78)

“Forse ha ragione Tito a dire che queste sue sculture fra 1983 2 ?84, “segnano il punto di arrivo di vent’anni di lavoro”. Certamente ne segnano l’esperienza più risolutamente essenzializzata e più decisiva in vista di una decantazione estrema,nel segno strutturale più scarno ed acuto, del gesto immaginativo di far scultura, quanto del gesto operativo del suo lavorare. Per questa, la materia primaria che da vent’anni s’è scelta come propria: il legno; qui un semplice, e povero, legno d’abete nostrano. Non escluderei tuttavia che il lavoro plastico di Tito possa riservarci in seguito altre sorprese.(Enrico Crispoldi – da “Strutture di Segni” 1985)

“E’ chiaro che tutto ha corrisposto ad un mio preciso momento interiore. Queste sculture sono la traduzione di quello che io sono stato. Anche la materia preferita, il legno in prevalenza, è stato una scelta ma anche una necessità. (Da “Tito, le sculture, catalogo 1976)

Non Ho Parole, ma il piacere di avere “Tito” a Casa Tanzi, nel Borgo delle Arti dal 20 Gennaio al 28 Febbraio con le sue sculture in legno e in bronzo per creare le “Stanze delle Meraviglie dell’Arte”
                                                                                                                                              Sabino Ventura


ARS@PAX: Sabino Ventura
Yumiko Takimi
29010 Borgo Medievale di Vigoleno
Tel/Fax 0523 897025
info: ventura@sabinoventura.com   
  www.fontedegliangeli.org     www.sabinoventura.com