MARZO 2002
L'attacco
terroristico alle Torri Gemelle di New York, simbolo del potere economico di
Manhattan, da parte di belve voraci l'11 settembre 2001, è stato, secondo vari
opinionisti, il vero inatteso e terribile passaggio al nuovo millennio.
Dopo questo episodio la paura di chi può vivere accanto a me, fa tremare tutti. Il primo tipo un po’ strano che incrociamo per strada, sul pullman, sulla treno con un po’ di barba, che possa richiamare il prototipo mussulmano, ci mette in allerta; dubbi, domande, sguardi fissi ci fanno pensare: “ma… cosa vorrà?”, “speriamo che non sia un altro terrorista”, “che non mi ammazzi”, ecc
Auguriamoci si
tratti solo di un episodio che rimanga isolato nella storia umana, anche se ha
provocato una ferita profonda che richiederà tempo per rimarginare.
Certo il tremendo
scenario apocalittico, esprimibile in modo efficace solo attraverso le immagini,
susciterà orrore e pietà, sdegno e paura, smarrimento, ancora a lungo...
Tutti abbiamo
visto dai filmati le due torri aggredite dal cielo, come da una palla infuocata,
sbriciolarsi, affondare. Tutto in diretta. Tutti ora non ci sentiamo sicuri. E
abbiamo paura.
E si dichiara
mentalmente guerra ad un nemico senza volto e a un Paese senza nome e senza
confini. Giustizia o operazione
infinita e nessun perdono - ha
dichiarato Bush...
Ma forse ci
vorrebbe san Francesco di nuovo. Lui solo, disarmato, andò dal sultano
(islamico!) in guerra contro i cristiani e ne divenne amico indimenticabile.
Lui solo affrontò
la ferocia del lupo e con il suo amore l’ammansì.
In questa lotta
fratricida e inumana chi è il lupo? Chi è l’aggredito?
Siamo tutti fratelli -direbbe Enzo Biagi – ma non sappiamo chi è Caino!
E non è cosi facile rispondere. Da una parte sono state oltre seimila persone sepolte sotto le macerie, dall'altra, in tempi lunghi e in luoghi più ampi e sconosciuti, ci sono innumerevoli vittime causate dalla drammatica differenza tra popoli e paesi ricchi e popoli e paesi poveri. Una differenza sancita, quasi insopprimibile che poi fomenta odio esplosivo.
Si, forse san Francesco guarirebbe il mondo, ammalato di questo furore mortale..
La Pasqua 2002 sia per tutti – credenti e non – l’alba di momenti migliori.
Fedor Dostoevskij, ne L’Idiota, ha fatto molto discutere per una frase attribuita a My~kin:
la bellezza salverà il mondo. Ma quale bellezza?
La bellezza a cui allude My~kin è una delle idee portanti della ricerca spirituale: dunque non ha nulla a che fare con un volto, un corpo, un oggetto.
Bellezza è soprattutto armonia, consonanza perfetta tra uomo, natura, Dio, è ordine assoluto in cui ogni cosa trova naturalmente il suo posto, la sua stabilità, il suo centro.
Ritornare a questi valori significherà essere migliori oggi e per le generazioni future che non hanno visto i lager nazisti o i gulag russi.
Ma che diranno al mondo che la speranza non muore nell’uomo che ama i propri simili: nell’amore troveranno il segreto della vera vita. Per Pasqua si augura a tutti amore per l’uomo!