Pensiero del mese di Marzo 2012

 

"Impegno con gioia: ecco la quaresima"  

Questo periodo liturgico ci predispone alla Pasqua, la più grande festa cristiana.
E’ un tempo da vivere anche secondo le regole della penitenza, simbolo di doveri più profondi.


Dovremmo comprendere quale senso aveva e ha ancora la Quaresima per la Chiesa e per tutti noi. Sono quaranta giorni di penitenza e nel contempo di attesa della Pasqua, la più grande Festa cristiana giacché se Gesù fosse nato e morto ma non fosse risorto, tutta la nostra fede sarebbe vuota. Rimuoviamo dalle nostre menti che si tratti di un tempo lugubre e malinconico. E’ un tempo di penitenza, le cui regole fissate dalla Chiesa si sono molto ridotte (digiuno per gli adulti il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo, astinenza dalle carni tutti i venerdì), ma sono solo simboli di impegni più profondi. Ad esempio, il rinunciare per  giovani e adulti a qualche spreco o capriccio, acquista un senso maggiore se si destina ai poveri le somme corrispondenti al cibo non consumato o altro: è un’adesione allo spirito vero del tempo liturgico:
«La Quaresima sia per ogni cristiano una rinnovata esperienza dell’amore di Dio donatoci in Cristo, amore che ogni giorno dobbiamo a nostra volta ridona- re ai prossimo, soprattutto a chi più soffre ed è nel bisogno» (Benedetto XVI, “Messaggio per la Quaresima 2007”).
Una volta, i digiuni erano severi, pur nella scarsità generalizzata, e l’obbligo era per tutti, in particolare per i ricchi che soffrivano tremendi dolori di gotta per la cattiva alimentazione ricca di carni rosse. Obbligare a mangiare pesce favoriva il lavoro dei pescatori, in omaggio pure agli apostoli che avevano esercitato tale professione (cfr. i molti episodi evangelici).
La penitenza si può esercitare oggi in modi più spirituali che materiali, ma altrettanto impegnativi, che coinvolgono direttamente anche i ragazzi: un giorno alla settimana senza “messaggini” e telefonino, uno senza tv, lasciare spento il computer, non col- legarsi a facebook, o stare un po’ senza motorino e tante altre cose. Sono questi i sacrifici che hanno grande valore, anche perché allenano la volontà e fanno scoprire molti altri aspetti della vita.
Cerchiamo anche di far seguire e capire la liturgia quaresimale sui grandi temi: quello penitenziale, e quello del battesimo (che una volta si riceveva durante la veglia pasquale). Preghiera, digiuno (non solo dal cibo ma da divertimenti e capricci bizzarri), elemosina (non la monetina, ma le opere di misericordia materiale e spirituale) sono messaggi da applicare e da consegnare alle giovani generazioni.




Due santi al mese


8 -San Giovanni di Dio, religioso domenicano-


Nato nel 1495 a Monte Moro Novo, in Portogallo, nella sua vita aveva fatto di tutto, dal soldato al pastore al venditore ambulante fino a diventare, verso i quarant’anni, negoziante di libri e immagini sacre a Granada. Fu un frate predicatore , nel 1537, a risvegliare in lui la vocazione alla carità eroica. Spogliatosi di tutti i suoi beni li distribuì ai poveri, lo presero per pazzo e lo rinchiusero in un ospedale. Ma proprio in quell’ospedale Giovanni capì che la sua missione era quella di far dell’ospedale un mezzo di vera assistenza ai bisognosi, fondato sull’amore e sulla carità, e appoggiato a rigorose norme igieniche e a sicure nozioni sanitarie. Morì nel 1550.




25 San Disma o “il Buon Ladrone”-

Anche i "ladri", purché pentiti, hanno un loro protettore in questo, contemporaneo di Gesù, di cui condivise la sorte sul Golgota.
Al momento della crocifissione, uno dei due malfattori pare che avesse bestemmiato esclamando:"Se sei tu il Cristo, salva te stesso e noi!".
Intervenne Disma, ovvero l'altro ladrone, dicendo:"Neppure tu temi Dio, tu che stai subendo lo stesso supplizio ? Noi riceviamo la punizione per i nostri delitti, ma quest'uomo non ha fatto nulla di male".  
Nella letteratura apocrifa sulla passionemorte e risurrezione di Gesù il buon Ladrone viene chiamato Disma. Fu crocifisso alla destra di Gesù e dopo la morte andò in Paradiso (si tramanda) precedendo tutti gli altri santi. È ricordato nel martirologio romano il 25 marzo, sotto il nome di "buon ladrone". Venerato anche dalla Chiesa Ortodossa è patrono dei prigionieri, specialmente i condannati a morte, becchini, ladri pentiti. È anche Patrono protettore di Gallipoli (Le).