Pensiero del mese di Maggio 2008

"Tradizioni..... tradite!»"

"Tradizione", in senso stretto, è ciò che è stato effettivamente trasmesso ed insegnato in un rapporto diretto da persona a persona. Come spesso avviene, ogni individuo sviluppa poi le proprie caratteristiche stilistiche ma sempre fondandosi sui rigorosi principi che gli sono stati trasmessi e che rispetta.
Si può ben dire che "Tradizione" deve innanzitutto essere "Tradurre senza Tradire".
Ogni sistema subisce modifiche e cambiamenti nel tempo. Tuttavia sono immutabili i principi su cui il sistema si fonda, dato che ne sono il motivo di essere. Se modifichiamo tali principi, "tradiamo" il sistema e lo snaturiamo. Creiamo qualcosa d'altro, che non può più definirsi "tradizionale".
Abbiamo ben presente l'importanza di saper adattare la pratica ed i suoi insegnamenti alla vita dell'uomo di oggi, ben diversa da quella del passato. Ma non tradiamo il senso più profondo di una Tradizione, soprattutto quando questa può essere valida ancora oggi nei suoi principi fondamentali di pratica di crescita personale.

 Gli Italiani dovevano essere ammessi a far parte di diritto nell’Europa, come soci fondatori.
Infatti, se esiste nell’Europa di oggi la percezione, sia pure confusa, di un vincolo culturale che lega le varie culture e le varie etnie, lo si deve all’opera unificatrice che da due millenni Roma ha svolto, prima come centro politico, poi come sede del Cristianesimo.

Si è fatto un gran parlare di Europa, ma in realtà il dibattito è stato privo di consistenza, perché  non ha valutato completamente l’ individuazione di un fondo culturale comune: si è parlato di moneta comune, di abbattimento delle barriere doganali, di libertà di movimento per le merci. Problematiche rilevanti: chi se ne occupa sa quanta importanza abbiano avuto in ogni epoca i mercanti, nella diffusione di oggetti e parole, di significati e di significanti, di concetti e culture insomma: ma il cuore del problema è stato volutamente lasciato in disparte, per il semplice fatto che uno sforzo di approfondimento della nostra identità culturale avrebbe costretto a rimettere in discussione una serie di principi, imposti in maniera intransigente dalla cultura dominante negli ultimi decenni, ma sostanzialmente estranei alla nostra tradizione culturale. 

Ha preso piede un atteggiamento critico e sfavorevole nei confronti della nostra cultura occidentale, alla quale sono stati addebitati e attribuiti molti dei mali che affliggono l’umanità: le guerre, le carestie, la fame del terzo mondo, il degrado ambientale, ogni altro guasto del nostro pianeta, esclusiva colpa dell’«uomo bianco». Anche molti cattolici non si sono resi conto del sotterfugio di queste critiche che celavano in realtà una pregiudiziale anticristiana, specie nell’aspetto storico. L’attività della Chiesa, che più di ogni altra ha raccolto e proposto i valori più autentici del pensiero antico, come l’evangelizzazione e la sua missionarietà viene presentata come un’opera di espropriazione culturale.
Senza voler andar oltre, si comprende che il “tradimento” di queste culture storiche tradizionali continuano ad impoverire la nostra Europa. Non si vuole sovrapporre il Vangelo a stili di vita, da secoli vissuti e consumati in tante nazioni e razze. Ma nella ricchezza di questi stili, se fossero potenziati,  l’uomo moderno comprenderebbe che lo sviluppo sarebbe più ampio e più abbondante.
Il Vangelo, creduto freno e ostacolo al cammino della civiltà, sarebbe  il perno fondamentale di una crescita inimmaginabile senza i soffocamenti temuti dagli atei. Dio non arresta e non blocca il cammino dell’uomo.


Due santi al mese

13 - Beata Vergine di Fatima -

Nostra Signora di Fatima è uno delle denominazioni con cui la Chiesa  venera Maria, madre di Gesù. Tra le apparizioni mariane in genere, quelle relative alla Vergine di Fatima sono tra le più famose. Secondo il racconto dei tre Pastorelli (dell'età tra i 7 e i 10 anni), di Fátima, cittadina del Portogallo, la Madonna apparve per sei volte ad intervalli mensili a partire dal 13 maggio1917.
La cosa suscitò una vasta eco e furono numerosi i fedeli che accorsero alle apparizioni. Nel 1930 la Chiesa cattolica, proclamò il carattere soprannaturale delle apparizioni e ne autorizzò il culto. Particolarità di queste apparizioni sono la richiesta di preghiera per la conversione dei peccatori nonché la domanda di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria della Russia (allora insanguinata dalla rivoluzione) perché altrimenti avrebbe "sparso nel mondo i suoi errori e i suoi vizi" . Inoltre è stato rivelato, con l'obbligo di non divulgarlo completamente,
un segreto
, in tre parti, preannunciante: la fine della prima guerra mondiale; l'inizio della seconda guerra mondiale e la persecuzione dei cristiani fino al tentativo di uccisione di "... Vescovo vestito di Bianco" che i veggenti ebbero... il presentimento che fosse il Papa".

 

 

 

 



22 - Santa Rita da Cascia -

Ella nacque nel 1381 in un angolo oscuro dell'Umbria, a Roccaporena. Cresciuta nel timore di Dio accanto agli anziani genitori, ne rispettò a tal punto l'autorità da accantonare il proposito di chiudersi in convento e accettare il matrimonio con un giovane violento e irrequieto, Paolo di Ferdinando I genitori quindi la sposarono nel 1387-1388, con questo giovane del luogo. Rita seppe modellare un'accettabile convivenza familiare da molti ammirata. Vita familiare semplice e laboriosa e dedita alla educazione dei figli (i gemelli Giangiacomo e Paolo Maria).Ma una sera del 1401 qualcuno bussò alla porta e annunciò che Paolo, era stato aggredito e ucciso dai suoi nemici. Accorsa con i figli sul luogo del delitto, con il cuore colmo di dolore, Rita espresse subito il suo perdono per gli assassini . Ad un anno dalla morte di Paolo, morirono anche i figli, quasi uno dopo l'altro. A 30 anni, la Santa, ancora giovane, scelse il monastero di Santa Maria Maddalena, dove chiese di entrare come monaca agostiniana. Fu rifiutata, forse per l'omicidio troppo recente del marito. Nel 1407 fu poi accolta nella vita claustrale. Per 40 anni si dedicò totalmente a Dio, proseguendo la sua opera di pace e carità fra il popolo. La sua devozione per la Croce fu così grande che il venerdì santo del 1432, dopo una predica sulla passione, presa dall'amore per Cristo Crocifisso, fu trafitta alla fronte, da una spina della corona, che le procurò un dolore durato fino alla morte. Nel 1443 si ammalò gravemente e dovette rimanere a letto per lunghi anni. Tra le nu­merose visite ricevute è da ricordare quella di una parente di Roccaporena, nel gennaio, rigido e nevoso, del 1447 Questa parente le chie­se se avesse desiderato qualcosa. Rita, sorridente le fece una richiesta singolare per la stagione: due fichi maturi e una rosa. La parente perplessa. andò nell'orto di Roccaporena, e con stupore vide che nel roseto spoglio e innevato era fiorita una rosa e che l'albero del fico portava due frutti maturi. L'ultimo desiderio terreno di Rita era stato miracolosamente soddisfatto. In ricordo di quest'episodio, Rita è rappresentata oggi con una rosa tra le mani. E il 22 maggio (anniversario della morte) vengono distribuite rose rosse davanti ad ogni chiesa dedicata alla Santa. Rita ha il titolo di “santa dei casi impossibili”, cioè di quei casi clinici o di vita, per cui non ci sono più speranze e che con la sua intercessione, tante volte miracolosamente si sono risolti.