Guardando la storia umana, quella antica e quella recente, emergono
le atrocità che solo l’uomo è capace di compiere.
Stermini di masse deboli. Sopraffazioni dei ricchi sui poveri. Illegalità
dei potenti sugli inermi. Si ha la sensazione che sia ripristinata
la legge della giungla in nome di una giustizia inesistente.
Intanto il 12 Marzo u.s. hanno giurato all’Aja diciotto magistrati
della Corte penale Internazionale: dovrebbero poter giudicare in modo
imparziale, e non solo dai vincitori, chi compie crimini contro l’umanità.
Si dà vita a questo organismo basato sul presupposto dell’esistenza
di uno stato di diritto minimo a carattere universale. Ma che senso
ha far credere al mondo che tanti crimini, dal genocidio alla tortura,
ad esempio, non sfuggiranno più alla legge dell’umanità,
quando nella cancelleria del nuovo organismo sono già depositati
grossi fascicoli impegnativi su delitti compiuti in molti Paesi, e
che non avranno un seguito?
Vi sono giovani Nazioni Africane o sudamericane che, per salvare la
loro immagine internazionale, insabbiano ribellioni con distruzioni
di intere popolazioni anonime. Il diritto di questi esseri umani arriveranno
mai al Tribunale Internazionale dell’Aja?
Limiti, difficoltà e ostacoli vanno messi nel preventivo, certamente,
e non sarà facile far marciare questo nuovo motore a pieni
giri. Si aggiungeranno certamente pressioni sotterranee per ottenere
favori in nome di sottigliezze legali che mirano unicamente a coprire
sporchi interessi.
Ma se non si arriverà alla coscienza dell’uomo e alla
sua dignità, alla coerenza della giustizia che non è
mai “parziale” e che non guarda in faccia a nessuno, vi
saranno sempre freni o impedimenti
che vincolano il corso degli eventi giusti nel mondo.
Una ragione può essere che l’uomo, spesso, ha paura
di essere uomo, e l’apparenza diventa così più
importante dell’essere veramente una realtà.
E’ venuto un UOMO che ha lasciato al mondo un messaggio di dignità
e di uguaglianza per tutti gli esseri umani. Ha detto al povero che
è figlio di Dio; ha minacciato i potenti per le loro ingiustizie.
A tutti ha dato speranza nel presente e nel futuro.
San Francesco è stato affascinato da Cristo e dalla beatitudine.”Beati
i poveri…” Ha preso «Signora Povertà come
sposa». L’indigenza tanto cercata e amata dall’Assisate
nulla ha da vedere con una qualsiasi forma di distruzione di sé,
né con quel fascino più o meno morboso del vuoto che
è attualmente una delle perversioni più preoccupanti
dell'invincibile gusto della felicità.
Infatti, quando l'uomo scopre che nulla potrà appagare il suo
desiderio di possedere arriva a divorare se stesso.
L'amore di Dio e dei fratelli, invece, nell’oblio di noi stessi,
ci dona la vita.
L'amore di noi stessi, nell'oblio di Dio e dei fratelli ci annienta
Spesso così l'unica regola del gioco diventa la distruzione
degli uni da parte degli altri.
Essa induce i deboli a perdersi da se stessi, poi i forti, che alla
fine hanno guadagnato solo vento, a fare altrettanto.
Pilato si è lavato le mani ….Giuda si è impiccato
….E tanti fuggono da se stessi.
Hanno paura di essere uomini