LA TRAMA
PRIMO ATTO. Prima Scena.
Un bosco [1] (Preludio) Alcune streghe, riunite per festeggiare le
malvagità commesse, incontrano Macbeth e Banco, due generali
dell'esercito scozzese di re Duncan. Le streghe salutano in Macbeth
il futuro re di Scozia: il giovane soldato è turbato dalla profezia.
Arrivano dei messaggeri annunciando a Macbeth che il re Duncan lo ha
nominato signore di Cawdor. Seconda Scena. Castello di Macbeth. Lady
Macbeth sta leggendo una lettera del marito che le narra del suo incontro
con le streghe e delle loro profezie [2] (Nel dì della vittoria).
Ella decide di infondergli il coraggio per uccidere Duncan [3] (Vieni!
T'affretta!) così da farlo accedere al trono. Un servo annuncia
che il re passerà la notte nel castello [4] (Al cader della sera...).
In una cabaletta [5] (Or tutti sorgete) la donna invoca l'aiuto dei
signori delle tenebre. Giunge Macbeth: la moglie lo sprona a compiere
il tentativo quella notte stessa. Entra il re, scortato da Banco, Malcolm
e Macduff. Ricevuto il benvenuto dei Macbeth, viene condotto alle proprie
stanze. Dopo molti tentennamenti, Macbeth entra nella stanza in cui
dorme il sovrano e lo uccide. In preda al panico, esce dalla stanza
e descrive alla moglie l'orribile scena [6] (Fatal mia donna!). Lady
Macbeth esorta il marito a riportare il pugnale dal re per accusare
del delitto gli stallieri. Ma l'uomo è troppo terrorizzato. Ella
afferra allora il pugnale ed entra nella stanza di Duncan. Bussano alla
porta: mentre la coppia si ritira, entrano Banco e Macduff che hanno
l'ordine di svegliare il re [7] (Di destarlo per tempo). Scoperto l'assassinio,
i due danno l'allarme al castello. Tutti i personaggi riuniti nel salone
invocano la punizione divina per l'uccisore [8] (Schiudi, inferno, la
bocca).
SECONDO ATTO. Seconda Scena.
Una camera del castello. Lady Macbeth rimprovera il marito, ora re,
di evitarla [9] (Perché mi sfuggi). Macbeth non riesce a dimenticare
le streghe e decide, incoraggiato dalla moglie, di far assassinare Banco
e suo figlio Fleance, possibili futuri avversar!. Rimasta sola, Lady
Macbeth esulta alla prospettiva di togliere ogni ostacolo al trono [10]
(La luce langue). Seconda Scena. Il parco del castello. I sicari ingaggiati
da Macbeth sono in attesa di Banco e di suo figlio, che arrivano per
recarsi ad un banchetto che si terrà nel castello. Mentre Banco
viene attaccato e ucciso [11] (Come dal ciel precipita), Fleance riesce
a fuggire. Terza Scena. La sala dei banchetti del castello. Entrano
Macbeth e la moglie, salutati dagli invitati. Lady Macbeth propone un
cordiale brindisi [12] (Si colmi il calice) al quale si uniscono tutti.
Arriva intanto uno dei sicari che riferisce a Macbeth della morte di
Banco e del-
la fuga di Fleance. Il re si volta per sedersi e trova la poltrona occupata
dal fantasma di Banco che nessun altro vede all'infuori di lui: Macbeth
è sopraffatto dal terrore. Riavutosi, decide di consultare le
streghe per sapere di più sul suo futuro.
TERZO ATTO. La spelonca delle streghe.
Le streghe stanno eseguendo uno dei loro macabri riti [13] (Tre volte
miagola). Entra Macbeth ed interroga le streghe. Esse invocano i signori
delle tenebre per far conoscere al re il proprio destino. La prima profezia
lo avverte di fare attenzione a Macduff, poi un fanciullo profetizza
che Macbeth sarà invincibile fino a quando la foresta di Birnam
non si muoverà contro di lui. Macbeth sviene. Le streghe convocano
gli spiriti dell'aria per farlo riprendere.
QUARTO ATTO. Prima Scena.
Al confine tra Scozia e Inghilterra. Un gruppo di profughi scozzesi
piange la patria, schiacciata dall'usurpatore Macbeth [14]
(Patria oppressa). Del gruppo
fa parte anche Macduff, straziato dalla notizia che moglie
e figli sono stati massacrati [15] (O figli) [16] (Ah! La paterna mano).
Arriva l'esercito inglese di Malcolm. L'erede al trono di Scozia sprona
gli esuli a unirsi a lui, e ordina ad ognuno di tagliare un ramo d'albero
dalla foresta di Birnam per cogliere il nemico di sorpresa.
Seconda Scena. Sala del castello
di Macbeth.
Un medico e una dama del seguito di Lady Macbeth attendono la regina
che è stata vista aggirarsi di notte in stato di sonnambulismo
[17] (Vegliammo invan due notti). Lady Macbeth appare con in mano una
candela. Ossessionata dall'assassinio di Duncan ella cerca invano di
ripulirsi dal sangue che immagina di vedersi sulle mani [18] (Una macchia).
Terza Scena. Una stanza del castello.
Macbeth medita sulla battaglia che dovrà sostenere contro Malcolm,
Macduff ed i loro alleati [19] (Perfidi). Piange ciò che ha perso
per cieca ambizione [20] (Pietà, rispetto, amore). Il soliloquio
è interrotto dalla dama del seguito che viene a comunicargli
la morte di Lady Macbeth, ma egli ha in testa più urgenti problemi:
alcuni soldati riferiscono che la foresta di Birnam si sta muovendo.
Macbeth allora comprende il significato della profezia delle streghe
e si prepara alla lotta finale.
Quarta Scena. Una pianura circondata da foreste e colline.
Le truppe di Malcolm avanzano finché non arriva l'ordine di
deporre i rami serviti da schermo. Nello scontro che segue Macbeth viene
messo alle strette da Macduff. Ormai perduto, Macbeth viene ucciso da
quest'ultimo in duello. Ritorna Malcolm, che dichiara vittoria sulle
forze di Macbeth [21] (Vittoria!...).
Orwell nella Fattoria di Macbeth
dal Corriere della Sera, 16 Feb 2003
di GEORGE ORWELL
Macbeth è probabilmente il più perfetto dei drammi
di Shakespeare. Voglio dire che le qualità dello Shakespeare
poeta e dello Shakespeare drammaturgo si combinano più felicemente
in questo che in qualunque altro suo dramma. Specie verso la fine,
è ricco di poesia di altissima qualità, ma è
anche perfettamente costruito, tanto che rimarrebbe un dramma perfetto
anche se fosse tradotto goffamente in qualche lingua straniera. Non
voglio qui parlare del verso shakespeariano in Macbeth . Fra qualche
minuto potrete ascoltare recitati alcuni dei brani migliori dell'opera.
Qui mi interessa Macbeth solo come tragedia, quindi preferisco fornire
innanzitutto un breve sunto della trama. Macbeth è un nobile
scozzese del primo Medioevo. Un giorno, mentre torna da una battaglia
in cui si è particolarmente distinto guadagnandosi il favore
del Re, incontra tre streghe che gli profetizzano che egli diventerà
re a sua volta. Altre due profezie formulate dalle streghe si realizzano
pressoché immediatamente, ed è inevitabile che Macbeth
si chieda come potrà mai compiersi la terza, dal momento che
il Re, Duncan, è ancora vivo e ha due figli. È chiaro
che, fin quasi dal momento in cui ha ascoltato la profezia, Macbeth
ha già immaginato l'assassinio di Duncan, e sebbene dapprima
rifugga dall'idea, sua moglie, la cui forza di volontà appare
più forte della sua, lo spinge a farlo. Macbeth uccide Duncan,
dirottando fraudolentemente i sospetti sui due figli dello stesso
re. Costoro abbandonano il paese, e Macbeth, essendo l'erede più
prossimo, viene incoronato. Ma questo primo delitto trascina inesorabilmente
con sè una catena di altri delitti, portando infine Macbeth
alla rovina e alla morte. Le streghe gli hanno detto che, anche se
lui diventerà re, nessuno dei suoi figli gli succederà
al trono, che andrà ai discendenti del suo amico Banquo. Macbeth
fa assassinare Banquo, il cui figlio però scappa. Le streghe
hanno anche messo in guardia Macbeth da Macduff, il signore di Fife,
e Macbeth sa, pur se in modo semiconscio, che alla fine sarà
Macduff a distruggerlo. Cerca allora di far uccidere Macduff, ma anche
costui fugge, sebbene sua moglie e la sua famiglia siano sterminati
in maniera particolarmente atroce. Attraverso un'inesorabile catena
di eventi, Macbeth, inizialmente uomo coraggioso e niente affatto
malvagio, finisce per diventare la classica figura del tiranno in
preda al terrore, odiato e temuto da tutti, attorniato da spie, assassini
e sicofanti, costantemente ossessionato dalla paura del tradimento
e della ribellione. Rappresenta, in effetti, una specie di primitiva
versione medioevale del moderno dittatore fascista. La sua condizione
lo costringe a diventare sempre più crudele col passar del
tempo. Benché da principio sia Macbeth a ritrarsi davanti al
delitto mentre Lady Macbeth lo deride per la sua schifiltosità,
alla fine è proprio l'uomo a far strage di donne e bambini
senza esitare per un attimo, mentre Lady Macbeth perde tutta la sua
freddezza e muore parzialmente folle. Eppure dall'inizio alla fine
dell'opera - e questo è il più grande risultato psicologico
del dramma - Macbeth è perfettamente riconoscibile come lo
stesso uomo e parla la stessa lingua; è spinto di delitto in
delitto non da innata malvagità ma unicamente da ciò
che gli si configura come una necessità ineluttabile. Alla
fine scoppia la ribellione e Macduff e Malcolm, figlio di Duncan,
invadono la Scozia alla testa di un esercito inglese. Le streghe avevano
fatto anche un'altra profezia, che sembra garantire a Macbeth l'immunità.
Come tale profezia si compia, e come, senza essere smentita, essa
sfoci poi nella morte di Macbeth, lo ascolterete nelle scene che verranno
recitate tra poco. Alla fine, come egli stesso sapeva fin dall'inizio,
Macbeth viene ucciso da Macduff. Quando il vero significato della
profezia gli diventa chiaro, abbandona ogni speranza e muore combattendo,
sorretto dal puro istinto del guerriero che muore in piedi e non si
arrende mai. In tutte le maggiori tragedie shakespeariane, il tema
presenta dei nessi riconoscibili con la vita di ogni giorno. In Antonio
e Cleopatra, per esempio, il tema è dato dal potere che una
donna indegna può stabilire su un uomo assai coraggioso e dotato.
Il tema di Amleto è la dissociazione fra intelligenza e abilità
pratica. In Re Lear abbiamo un tema alquanto più sottile: la
difficoltà di distinguere fra generosità e debolezza
(motivo che ricompare in forma più cruda nel Timone d'Atene
). In Macbeth il tema è, semplicemente, l'ambizione. E benché
tutte le tragedie di Shakespeare possano essere trasposte in termini
di contemporanea vita quotidiana, la storia di Macbeth mi appare fra
tutte la più vicina all'esperienza comune. In piccolo e in
modo relativamente innocuo, tutti si sono comportati talvolta, e con
conseguenze simili, in modo abbastanza analogo a quello di Macbeth.
Se volete, Macbeth è la storia di Hitler o di Napoleone. Ma
è anche la storia di un qualsiasi impiegato di banca che falsifichi
un assegno, di un qualunque funzionario che accetti una tangente,
di qualunque essere umano, in realtà, che colga qualche meschina
convenienza per sentirsi più importante e avvantaggiarsi un
po' sui propri colleghi. Ciò si fonda sull'illusoria convinzione
umana che un'azione possa restare isolata - che si possa dire a se
stessi: «Commetterò solo questo crimine per raggiungere
il mio scopo, e subito dopo diventerò rispettabile».
Ma in pratica, come scopre Macbeth, da un crimine ne nasce un altro,
anche se non aumenta la malvagità di chi lo compie. Il suo
primo assassinio è compiuto per migliorare il proprio status;
quelli anche peggiori che seguono sono compiuti per autodifesa. A
differenza della maggior parte delle tragedie shakespeariane, Macbeth
assomiglia alle tragedie greche in quanto è possibile prevederne
il finale. Fin dall'inizio si sa in termini generali cosa accadrà.
Ciò rende ancor più toccante l'ultimo atto, anche se
resto dell'avviso che il maggiore fascino della vicenda sia costituito
dalla sua essenziale banalità. Amleto è la tragedia
di un uomo che non sa come commettere un delitto. Mac beth è
la tragedia di un uomo che sa farlo, e benché la maggior parte
di noi non commetta effettivamente delitti, la situazione di Macbeth
è più vicina alla vita quotidiana. Vale la pena di notare
che l'introduzione della magia e della stregoneria non conferisce
all'opera un'aria di irrealtà. In effetti benché la
climax , il culmine emotivo dell'ultimo atto dipenda dall'esattezza
con cui si compie la loro profezia - le streghe non sono assolutamente
indispensabili al dramma. Potrebbero essere tagliate fuori senza alterare
l'essenza della storia. Probabilmente furono inserite per attirare
l'attenzione di Re Giacomo I, che era appena salito al trono e che
credeva fermamente nella stregoneria. C'è una scena che fu
quasi certamente inserita con l'idea di lusingare il re - questa scena,
o parte di scena, è l'unico punto debole nell'opera e andrebbe
eliminata da qualsiasi rappresentazione. Ma, anche così come
figurano nel dramma, le streghe non offendono la generale percezione
di plausibilità. Non cambiano nulla né sconvolgono il
corso della natura: si limitano a predire il futuro, un futuro che
lo spettatore può peraltro in parte prevedere. Si ha la sensazione
che in un certo senso anche Macbeth sia in grado di prevederlo. Le
streghe sono presenti, in effetti, semplicemente per accrescere un
senso di una predestinazione negativa. Uno scrittore moderno che dovesse
narrare questa storia discorrerebbe forse dell'inconscio di Macbeth
anziché parlare di stregoneria. Ma l'essenziale è la
gradualità con cui si sviluppano le conseguenze di quel primo
delitto, e la semiconsapevolezza che Macbeth possiede, nel momento
stesso di compierlo, che esso porterà inevitabilmente al disastro.
Macbeth è l'unico dei drammi shakespeariani in cui il vil lain
, il malvagio, e l'eroe coincidono. Quasi sempre, in Shakespeare,
si ha lo spettacolo di un uomo buono, come Otello o Re Lear, che subisce
una disgrazia; oppure di un uomo cattivo, come Edmund o Iago, che
compie il male per pura malvagità. In Macbeth la colpa e la
disgrazia sono una cosa sola; un uomo che non possiamo avvertire come
del tutto malvagio compie azioni malvagie. È molto difficile
non essere toccati da tale spettacolo. Dato che poi il dramma è
congegnato talmente bene che persino il più incompetente degli
allestimenti non riesce a rovinarlo mettendolo in scena, e dato inoltre
che contiene alcuni dei migliori versi che Shakespeare abbia mai scritto,
credo di aver ragione a definirlo, come ho fatto all'inizio, il più
perfetto dei suoi drammi.
(traduzione a cura di Giuseppe Brescia)
The Estate of the late Sonia Brownell Orwell - Per
gentile concessione di Luigi Bernabò Associates
© Corriere della Sera
In Lady Macbeth Fussli rappresenta
la follia, l'allucinazione, il senso di colpa.
Lady Macbeth, protagonista dell'omonima
tragedia di Shakespeare, impazzisce dopo aver spinto il marito
ad assassinare il saggio re Duncan per usurparne il trono.
Negli occhi si legge tutto lo spasimo, il delirio: la figura
fissa quello che per gli altri osservatori è il vuoto
mentre per lei è orrore, colpa, ossessione e rovina.
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