LA PAROLA


Luglio 2001

E' dell'uomo; unico tra i viventi, esprimersi con suoni gutturali che vengono accompagnati dal pensiero e coi essi si rapporta con i suoi simili.
Sulla parola detta, pensata, significata (con gesti) si fonda tutta la vita dell'uomo, la sua personale e quella di relazione.
La parola specifica l'uomo, lo distingue da tutte le creature viventi.
Dalla parola nascono i sentimenti come lí'amore e l'odio, e le conseguenze pratiche dell'uno e dell'altro. Quante persone o famiglie rovinate dalla parola (falsità o calunnie)! Di qui la necessità di un uso prudente, sincero, di testimonianza, di amore della parola.

La parola ha anche un aspetto di mistero perchè è stata scelta da Dio quale espressione del Figlio di Dio, Gesù Parola del Padre (Logos, nel Prologo del Vangelo di Giovanni). Proprio per questa misteriosa scelta di Dio, dovremmo, in positivo, dare alle nostre parole le qualità che noi vediamo in Colui che è la Parola, cioè Cristo, Parola di Dio.
Dovremmo saperle usare:
Dolci ed umili: senza mancare di fermezza, sebbene anche le espressioni severe dicano l'amore che si porta all'uomo.
Vere: senza mai ambiguità. Pur conoscendo anche la verità di chi incontra, non giudicano.
Testimoni: parlano di ciò che sanno per poter testimoniare l'amore di Dio.

Ma poi anche saper ascoltare: quanto è difficile! Tutti vogliamo parlare.

Ma non si diffonde la Parola di Dio senza ascoltare quella dell'uomo.
"In principio la Parola" titolava una delle sue prime lettere pastorali l'Arcivescovo di Milano, il Card. Martini.
Portiamo qualche citazione: "La Parola di Dio è qualcosa che ci supera da ogni parte, che ci avvolge e che quindi ci sfugge, se tentiamo afferrarla. Noi siamo nella parola di Dio, essa ci spiega e ci fa esistere... » stata la parola per prima a rompere il silenzio, a dire il nostro nome, a dare progetto alla nostra vita; in questa parola il nascere e il morire, l'amarsi e il donarsi, il lavoro e la società hanno un senso ultimo e una speranza...
Mi accosto al mistero della parola di Dio anche in atteggiamento di speranza.
Il contatto vivo con questa parola che, pur dimorando nell'intimo del nostro cuore, ci oltrepassa e ci attrae con sè verso un'immagine sempre più nuova e più pura di vita umana, produrrà certamente un benefico rinnovamento dei nostri modi di pensare, di parlare, di comunicare tra noi...
Basterà dire che, mediante una intuizione, che è depositata da sempre nel cuore della esperienza umana e che può e deve assumere anche l'andamento di una rigorosa argomentazione riflessiva, l'intelligenza umana arriva a comprendere che la pienezza della vita, della verità e dell'amore stanno in una realtà che, pur rendendosi presente nell'uomo, è al di là dell'uomo ed è chiamata Dio...

Quello che l'uomo non può ne anticipare nè esigere si è misteriosamente compiuto in Gesù per magnanima decisione divina. Quest'uomo di Nazareth, che è inserito nella vicenda storica della umanità e parla parole umane è, nella profondità misteriosa del suo essere, una cosa sola con Dio. Egli, dunque, è la parola piena e definitiva. Egli è l'uomo perfettamente realizzato.
Ogni altra persona umana; ogni altra parola umana sono veramente umane in riferimento a lui e a partire da lui. E il cristiano deve mostrare sempre un riflesso di Dio nella parola.

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