Pensiero del mese di Luglio 2012

 

"Natura creata da Dio "  

                                          GIOVANNI PAOLO II CONTEMPLA LA NATURA

  “L'impegno del credente per un ambiente sano nasce direttamente dalla sua fede in Dio creatore… Il rispetto per la vita e per la dignità della persona umana include anche il rispetto e la cura del creato, che è chiamato ad unirsi all'uomo per glorificare Dio”.

Era questo il giudizio che Giovanni Paolo II esprimeva alcuni anni fa a proposito del rispetto per il Creato.
 Molti ricordano ancora le immagini del Pontefice polacco che percorreva i sentieri delle Dolomiti immerso nella contemplazione della Natura e nella preghiera, con lo sguardo fisso verso una bellezza che egli era capace di catturare anche durante un breve periodo di vacanza estiva, e che a noi spesso sfugge.

Lo sisma che sta affliggendo molte parti d’Italia (specialmente l’Emilia Romagna) ci pone però un agghiacciante interrogativo: Perché tutto questo ?

Perché questo dolore se Dio ci ama?
Il primo senso di questa risposta tragica in cui si afferma la morte di Dio nell’innocente che muore porta a risolvere il senso della vita dell’uomo in un puro esistere per la morte, dove tutto è destinato al nulla.
Tutte le risposte atee conducono a guardare la morte negli occhi e confessando che nulla ha veramente senso.
Anche il ‘carpe diem’ non può che trascinarsi in una tristezza invincibile e una protesta contro Dio.
Accanto all’innocente che muore, solidale con lui ed in lui c’è il Dio della Croce: non un giudice lontano, impassibile spettatore della sofferenza umana; ma il Dio vicino, il Dio ‘compassionato’, il Dio che ha fatto suo il dolore del mondo per dare ad esso senso e conforto.
Il Vangelo del dolore di Dio è il Vangelo dl Crocifisso che si consegna alla morte per amor nostro.
In questo modo si annuncia non la morte di Dio ma la morte in Dio, che rimane PADRE nella storia umana.
Il Vangelo della Croce non pretende essere la risposta al problema del silenzio di Dio:
la domanda viene superata nella certezza della prossimità del Dio vicino, che offre a tutti, per vie misteriose, che Lui solo conosce, la possibilità di trasformare il dolore in amore, la bestemmia in invocazione, la storia della sofferenza in storia dell’amore del mondo.
“Se vogliamo sapere chi è Dio, dobbiamo inginocchiarci ai piedi della Croce” (J.Moltmann).
Il pensatore francese Jean-Paul Sartre (1905 - 1980) affermava che l'uomo "nasce senza ragione, sopravvive per debolezza, muore per caso".
"Apriamo gli occhi!  facciamoli aprire ai giovani, che, come farfalle, girano attorno alle false luci della modernità e ci cadono dentro, morendo e stoltamente"
Un giovane che nel 1970 si era reso conto di avere una malattia terminale, aveva esclamato: "Se avessi il conforto della fede potrei rifugiarmi in essa, e in essa troverei la necessaria rassegnazione - diceva -. Ma la fede, purtroppo, l'ho perduta da tempo". Il cristiano però rimane  certo che « Dio abita anche nel dolore; e, pertanto, il dolore non è più dolore, non è più causa di disperazione, non è più senza senso". Ma ci proietta con speranza in un futuro migliore , DIO.
La cultura che ha rifiutato Dio, non è pentita di questo rifiuto,  ma avverte un senso lacerante di 'vuoto’; il cristiano invece - il cardinale Tettamanzi a un gruppo di giovani -  «deve proporre con la vita la strada della speranza».  




Due santi al mese


6 -  Santa Maria  Goretti, martire.


Nacque presso ad Ancona, nel 1890 16 ottobre, da una povera famiglia di mezzadri. Trascorse una fanciullezza di stenti perchè costretta, per motivi di sussistenza,  emigrarono nelle paludi laziali non lontano da Nettuno. All'età di 10 anni fu orfana di padre. La mamma Assunta si dedicò ai lavori nei campi, affidando alla figlia Maria le cure della casa. Era di ottimo carattere ed assidua alla preghiera. Nel pomeriggio del 5 luglio1902, per difendere la sua castità da un aggressore, preferì andare incontro alla morte alla tenera età di 12 anni. Il violento diciannovenne che abitava nella sua stessa cascina, aveva cercato di piegarla alle proprie voglie, ma poi la colpì mortalmente con 14 pugnalate. Al giovane accecato di passione Maria disse "E' peccato. Dio non vuole. No! Alessandro, tu vai all'inferno". Trasferita all'ospedale di Nettuno, si fece il possibile per salvarla. Al parroco di Nettuno che le chiedeva se perdonasse Alessandro disse "Si che lo perdono, anzi lo voglio vicino a me in Paradiso." Dopo 24 ore di sofferenze si spense alle ore 15 del 6 Luglio 1902. Papa Pio XII la proclamò SANTA  il 24 Giugno 1950.


 

 

 


25 – San Cristoforo

Uno dei santi più venerati nel Medioevo. In Spagna godeva speciale venerazione presso i pellegrini e proprio per questo sorsero in suo onore istituzioni e congregazioni con lo scopo di aiutare i viaggiatori nelle difficoltà naturali di vario genere.
Narra la leggenda che, entrato nell'esercito imperiale, Cristoforo si convertì al Cristianesimo e iniziò un'intensa propaganda. Condotto davanti al giudice fu sottoposto a vari supplizi. In seguito colpito con frecce, gettato nel fuoco, fu decapitato.
Ma la Legenda Aurea (più tardiva) rese diversamente celebre Cristoforo: egli era un giovane gigante che si era proposto di servire il Cristo per il quale si era convertito. Da un pio eremita fu educato nei precetti della carità. Scelse un'abitazione vicino a un fiume, per aiutare i viaggiatori a passare da una riva all'altra. Una notte fu svegliato da un grazioso fanciullo che lo pregò di traghettarlo; il santo se lo caricò sulle spalle, ma più s'inoltrava nell'acqua, più il peso del fanciullo aumentava e a stento, aiutandosi con lungo bastone, riuscì a guadagnare l'altra riva. Qui il bambino si rivelò come Cristo e gli profetizzò il martirio a breve scadenza. Dopo il battesimo, Cristoforo si recò in Licia a predicare e qui subì il martirio. Il nome Cristoforo (= portatore di Cristo) può aver  suggerito il culto. La festa di Cristoforo in Occidente è celebrata il 25 luglio.

Nel Medioevo Cristoforo era venerato come protettore dei viandanti e dei pellegrini, oggi il santo è divenuto il protettore degli automobilisti, che lo invocano contro gli incidenti e le disgrazie stradali.