Pensiero del mese: Luglio 2007


"Uno specchio infranto: magia di luce"

Mi è scivolato dalle mani uno specchietto: lo tenevo in mano insieme ad altri oggetti e mi è sfuggito tra le dita. L’ho visto volare a terra ridotto a mille pezzetti che avrei dovuto raccogliere poi con il pericolo di ferirmi...
Un tempo dicevano che ciò avrebbe procurato sette anni di guai, perché lo specchio era un oggetto prezioso, raro, e romperne uno era segno di una sicura disgrazia.
Mentre guardavo il piccolo specchio in frantumi, ho notato il brillio che mi circondava: ogni scheggia scintillava e splendeva. Ogni più piccolo pezzo di questo specchio riverberava la luce: si era rotto, ma lo specchio rimaneva specchio, anzi, si era addirittura moltiplicato.
Solo la sua rottura ne aveva rivelato la potenzialità nascosta di moltiplicare ovunque la luce.
Solo la sua fine lo aveva reso, paradossalmente, ancora più specchio, ancora più a servizio della luce.
Sono rimasto per un po’ a godermi lo spettacolo, scivolando in alcune riflessioni .
La prima: si può scoprire il valore di qualcuno proprio quando sembra spezzato, in frantumi. Il bene può uscire anche dal male, la forza anche dalla debolezza, la luce anche dalle tenebre.
La seconda: a volte proprio quando sembra che tutto sia finito, si scoprono nuove risorse per vivere, oppure che alla fine della vita ognuno rivela la sua vera natura: uno specchio non smette di essere tale anche se non verrà più usato perché rotto.
La terza: ognuno di noi, piccolo o grande, è membro del Corpo di Cri sto, è come un frammento, chiamato a riflettere Dio.
A volte noi siamo intimoriti dalla nostra inadeguatezza, ma Dio ci chiede semplicemente di riflettere nei nostri giorni la sua luce, di trasmetterla ai fratelli, di non oscurarla con l’orgoglio, la presunzione, o la paura.
Forse fa male accorgersi che abbiamo poca luce in noi, che siamo poveri di energia, di fede, di amore, ma ovunque possiamo sempre riflettere la grandezza di Dio.
«Voi non siete delle tenebre.., voi tutti siete figli della luce e figli del giorno: noi non siamo della notte, né delle tenebre» (l Ts 5,4-5): essere figli della luce vuol dire accettare dì non avere proprie sorgenti luminose, ma di appartenere alla fonte della luce.

Mentre guardavo lo specchio in frantumi, non ho potuto evitare di pregare Dio perché renda tutti noi sprazzi della sua luce, specchi grandi o piccoli, intatti o feriti, integri o spezzati, ma chiamati sempre e ovunque a brillare, non di luce propria ma di quella eterna. Questa può essere la magia di uno specchio infranto….la nostra vita!