Pensiero del mese: Luglio 2005
Il Malocchio
Una persona equilibrata non dovrebbe prestare fede a credenze che ci mettono
spesso in ridicolo nelle abitudini e per l’efficacia che ad esse noi attribuiamo.
Toccare ferro, evitare il gatto nero, avere i cornetto in auto per scongiurare
incidenti e tante e tante altre pratiche, come ricorrere ai cosiddetti maghi
o fattucchiere che spillano parcelle astronomiche ai creduloni paurosi che loro
si affidano, sono veramente cose stravaganti.
Ed ecco il diffuso malocchio, l’occhio "malvagio" che qualifica
una persona quale iettatore , perché creduto capace di procurare
attraverso lo sguardo, volontariamente o involontariamente, danni di varia entità
a cose o persone attraverso una sorta di "energia negativa", energia
che viene gettata (da cui il termine iettatura) contro questi
obiettivi (oggetti o individui) .
Si finisce per “non credere in nulla, perché si crede a tutto”
e si diventa superstiziosi.
L’origine della superstizione legata al malocchio sembra perdersi nell’antichità
e diversi sono i rimedi annoverati per la neutralizzazione di esso come l’uso
delle corna, come oggetto materiale o come gesto. Si credeva che le corna avessero
la particolare funzione di proteggere dagli spiriti avversi e propiziare fecondità
e benessere. Le formule e i riti atti all’annientamento del malocchio
divergono spesso da una località all’altra. A Roma, tra i rimedi,
si consiglia di bollire dodici rane vive in una pentola di ferro battuto con
acqua di pozzo, e, una volta bollite, si deve passare l’acqua al setaccio
e farla raffreddare; con questa, poi, bisogna sciacquarsi gli occhi.
Ma come è possibile che queste false credenze permangano anche in società
cosiddette "razionali" come quella occidentale?
Potremmo allungare il discorso ma senza approdare a nulla. Forse il malocchio
è una superstizione originata e nutrita dalla cultura popolare, e sostenuta
da processi psicologici e biologici che, probabilmente, portano in origine a
meccanismi di debolezze e insicurezze di carattere. Una persona che sa sorridere
dinnanzi a certe cose , è una persona libera che vive senza lasciarsi
prendere dalle ombre. E le formule scaramantiche, come Occhio, malocchio,
prezzemolo e finocchio, uno scongiuro popolaresco contro il malocchio
(anticamente, nel sud Italia, si credeva di poter scacciare il malocchio con
riti magici a base di prezzemolo e finocchio tritati) diventano assurde. Il
tener in tasca un corno portafortuna, un gobbo
o un ferro di cavallo, per salvarsi dall'influenza negativa
o il mormorare qualche formula contro il malocchio, magari accarezzando contemporaneamente
l’oggetto portafortuna (amuleto) rende abbastanza ridicoli;
prova ne sia che tutte queste cose non amiamo manifestarle. O le minimizziamo,
se siamo scoperti ….
La “Madonnina” al collo che le nostre Nonne spesso regalavano alla
Prima Comunione dei nipoti poteva sembrare solo un oggetto ornamentale; ma esse
credevano a qualcosa di più: un pensiero di fede e protezione, lontani
dalle numerose stupidaggini degli amuleti o talismani, tanto frequenti oggi
come allora.
Quindi se si riflette attentamente, si scopre che l'individuo superstizioso
viene comunque limitato: il giorno che si troverà per caso ad affrontare
un imprevisto importante e non avrà il proprio amuleto, si convincerà
che sicuramente tutto andrà male. E allora quando viene vissuta pienamente,
la superstizione è sicuramente un indizio di stupidità che dovrebbe
ripugnare all’uomo moderno, che si è liberato dall’«oscuro
Medioevo». Ma forse non è proprio così ….