Pensiero del mese: Gennaio 2005
Capodanno e Vischio
Come regalo di Capodanno il vischio è ritenuto tradizionalmente
apportatore di fertilità e molto diffuso come regalo d’inizio
d’anno, perché stimato di buon auspicio per amici e parenti.
Il vischio è un sempreverde che cresce come semiparassita, generalmente
sugli alberi a foglia caduca (meli, peri, etc.) ma talvolta anche sulle conifere.
È caratterizzato da radici che penetrano nel legno della pianta parassitata
da cui derivano nutrimento e ancoraggio.
Crescendo con un ritmo lentissimo, il vischio giunge a creare masse vegetative
di diametro fino a un metro. Le foglie sono spesse, piccole ed opposte a forma
di ali aperte di uccello; i fiori giallo-verdi ascellari sono poco appariscenti,
mentre molto note e caratteristiche sono le bacche, di color bianco madreperlaceo,
che contengono il seme circondato da una sostanza appiccicosa. Anticamente questa
pianta era considerata sacra dai Druidi, da cui veniva raccolta con una falce
d’oro nelle notti di plenilunio per essere usata nelle loro complesse
liturgie e nelle cerimonie purificatrici. Tutte le parti della pianta sono tossiche;
particolarmente pericolose le bacche, per l’alto contenuto in viscumina,
una sostanza che provoca l’agglutinazione dei globuli rossi e da altre
tossine peptidiche. I sintomi sono quelli di una gastroenterite accompagnata
da sete intensa, rallentamento dei battiti cardiaci, collasso, dilatazione delle
pupille e visione doppia. Il tutto può essere complicato da confusione
mentale, allucinazioni e convulsioni.
La tradizione scandinava è ricca di racconti e leggende legate al vischio.
Si usava il vischio per ottenere infusi e pozioni medicamentose, al fine di
combattere malattie ed epidemie; presso i druidi, infatti, il vischio era conosciuto
come la pianta in grado di guarire da qualunque malattia.
La mitologia norvegese associa invece il vischio alla figura del dio Balder,
che morì dopo essere stato colpito da rami di vischio. In memoria del
dio, i norvegesi sono soliti bruciare rami di vischio in prossimità del
solstizio d'estate, con lo scopo di allontanare la sventura e invocare la prosperità
ed il benessere. Probabilmente anche il significato oggi attribuito alla pianta
deriva da queste antichissime credenze popolari; siamo soliti, infatti, donare
o tenere in casa rami di vischio tra la fine del vecchio e l'inizio del nuovo
anno nella speranza di proteggere in tal modo noi stessi, le persone a noi
care e la nostra casa dai guai e dalle disgrazie. La valenza del vischio è
dunque quella di portafortuna.
L’usanza del vischio rimane forse la più antica di quelle
legate al periodo natalizio: i Druidi pensavano che, quando due nemici
si incontravano sotto una pianta di vischio, dovevano diventare
amici e deporre le armi.
Da qui l’usanza di baciarsi sotto il vischio (derivata
dalla tradizione anglosassone che vuole il vischio pianta della dea Freya, protettrice
dell’amore), scambiarsi un segno di pace e di affetto.
L’usanza col tempo si è estesa a moltissime popolazioni della terra.
Al di là di queste simpatiche tradizioni, speriamo sempre che l’anno
Nuovo porti benessere, serenità e tranquillità, anche in nome
di Cristo che da Betlemme ci dice: “Pace in terra agli uomini di buona
volontà”.