CALENDARIO STAGIONE LIRICA A VIGOLENO
10 luglio 2004, 21.30
ERNANI
Dramma lirico in quattro parti di Giuseppe Verdi su
libretto di Francesco Maria Piave
Don Carlos, VLADIMIR STOYANOV
Don Riccardo, DARIO MAGNABOSCO
Don Ruy Gomez de Silva, ORLIN ANASTASSOV
Elvira, KATIA PELLEGRINO
Ernani, ZVETAN MICHAILOV
Giovanna, RENATA CAMPANELLA
Jago, DAVIDE BARONCHELLI
Scene di Arcangela Di Lorenzo
Costumi di Artemio
Lighting designer,Nevio Cavina
Assistente alla regia, Annamaria Quercia
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
maestro del coro, Corrado Casati
ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE ARTURO TOSCANINI
maestro concertatore e direttore, GUNTER NEUHOLD
Regia, RICCARDO CANESSA
Nuova produzione della Fondazione Arturo Toscanini nell´ambito
del VerdiOpera 2004
14 luglio 2004, 21.30
LUDWIG VAN BEETHOVEN
Sinfonia in re minore op.125
per soli, coro e orchestra
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
maestro del coro, Corrado Casati
soprano, MARIA COSTANZA NOCENTINI
mezzosoprano, ALESSANDRA PALOMBA
tenore, CLAUDIO BARBIERI
basso, KONSTANTIN GORNY
ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE ARTURO TOSCANINI
direttore, GUNTER NEUHOLD
nell´ambito del VerdiOpera 2004
15 luglio 2004, 21.30
ERNANI
Dramma lirico in quattro parti di Giuseppe Verdi su
libretto di Francesco Maria Piave
Don Carlos, VLADIMIR STOYANOV
Don Riccardo, DARIO MAGNABOSCO
Don Ruy Gomez de Silva, ORLIN ANASTASSOV
Elvira, KATIA PELLEGRINO
Ernani, ZVETAN MICHAILOV
Giovanna, RENATA CAMPANELLA
Jago, DAVIDE BARONCHELLI
Scene di Arcangela Di Lorenzo
Costumi di Artemio
Lighting designer,Nevio Cavina
Assistente alla regia, Annamaria Quercia
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
maestro del coro, Corrado Casati
ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE ARTURO TOSCANINI
maestro concertatore e direttore, GUNTER NEUHOLD
Regia, RICCARDO CANESSA
Nuova produzione della Fondazione Arturo Toscanini nell´ambito
del VerdiOpera 2004
17 luglio 2004, 21.30
ERNANI
Dramma lirico in quattro parti di Giuseppe Verdi su
libretto di Francesco Maria Piave
Don Carlos, VLADIMIR STOYANOV
Don Riccardo, DARIO MAGNABOSCO
Don Ruy Gomez de Silva, ORLIN ANASTASSOV
Elvira, KATIA PELLEGRINO
Ernani, ZVETAN MICHAILOV
Giovanna, RENATA CAMPANELLA
Jago, DAVIDE BARONCHELLI
Scene di Arcangela Di Lorenzo
Costumi di Artemio
Lighting designer,Nevio Cavina
Assistente alla regia, Annamaria Quercia
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
maestro del coro, Corrado Casati
ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE ARTURO TOSCANINI
maestro concertatore e direttore, GUNTER NEUHOLD
Regia, RICCARDO CANESSA
Nuova produzione della Fondazione Arturo Toscanini nell´ambito
del VerdiOpera 2004
18 luglio 2004, 21.30
LUDWIG VAN BEETHOVEN
Sinfonia n.9 in re minore op.125
per soli, coro e orchestra
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
maestro del coro, Corrado Casati
soprano, MARIA COSTANZA NOCENTINI
mezzosoprano, ALESSANDRA PALOMBA
tenore, CLAUDIO BARBIERI
basso, KONSTANTIN GORNY
ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE ARTURO TOSCANINI
direttore, GUNTER NEUHOLD
nell´ambito del VerdiOpera 2004
La scena ha luogo: Parte I. Nelle montagne d'Aragona - Nel Castello di Don Ruy Gomez de Silva. Parte II. Nelle stesso Castello. Parte III. In Aquisgrana. Parte IV. In Saragosa. Castello Parte III, in Aquisgrana - Parte IV, in Saragozza. Epoca: 1519. |
ATTO PRIMO |
Scena prima
Nel 1519, in un bosco sulle montagne d'Aragona, un gruppo di ribelli festeggia
la futura rivolta contro il Re. Appare l capo dei banditi, il il nobile proscritto
Ernani (in realtà Don Juan de Aragón), che vuole vendicare il
padre ucciso dal padre dell'attuale Re Don Carlo. Egli annuncia di voler rapire
Elvira, di cui è innamorato e che dovrà sposare invece il vecchio
zio, Don Ruy Gomez de Silva.
Scena seconda
Elvira, nel castello di Silva, attende di fuggire con Ernani. Appare invece
Don Carlo, anch'egli innamorato della ragazza e deciso a convincerla a seguirlo.
Elvira lo respinge, quando sopraggiunge Ernani. Lo scontro è interrotto
dall'irrompere del vecchio Silva, che, irato dal trovare due sonosciuti nelle
stanze della promessa e non riconoscendo subito il sovrano, lo sfida a duello
insieme ad Ernani. L'arrivo degli scudieri di Carlo chiarisce la situazione:
Silva si placa e tosto offre ospitalità a Don Carlo; Carlo salva Ernani,
che intanto ha scambiato con Elvira promessa di reciproco amore, e spiega
a Silva che si trovava nel castello per discutere con lui sulla futura elezione
dell'imperatore.
ATTO SECONDO |
Al castello di Silva, dove intanto si svolgono i preparativi per le nozze.
Arriva Ernani che, fallita la congiura contro il re, fugge travestito da pellegrino.
Silva gli accorda ospitalità, ma poi lo sorprende con Elvira. Furente,
medita vendetta: tuttavia al giungere del re, che sta dando la caccia ai fuggitivi,
in nome degli obblighi di ospitalità nasconde Ernani e si rifiuta di
consegnarlo. Dopo che gli sgherri del Re hanno perlustrato invano il castello,
Carlo parte, portandosi via però anche Elvira. Silva sfida nuovamente
a duello Ernani. Però allorché questi gli rivela che Don Carlo
è loro rivale, Silva decide di unirsi a lui nella vendetta contro il
Re. A titolo di pegno per il giuramento, Ernani rimette la propria vita nelle
mani di Silva: ne sarà pegno il proprio corno da caccia che Ernani
porge a Silva, al cui squillo Ernani si impegna a morire.
ATTO TERZO |
Ad Aquisgrana (Aachen), luogo della tomba di Carlo Magno, si attende la nomina
del nuovo Imperatore del Sacro Romano Impero. Don Carlo, favorito all'elezione,
si introduce nel sotterraneo della tomba per volgere il proprio pensiero al
sommo fondatore dell'Impero. Nello stesso luogo però, Silva, Ernani
e i cospiratori della lega si preparano alla vendetta. Estraggono a sorte
il nome di colui che dovrà uccidere Carlo: sarà Ernani. Silva
prega Ernani di cedergli l'incarico in cambio della vita: questi rifiuta.
La cospirazione viene interrotta da tre colpi di cannone che annunciano I'avvenuta
elezione. Don Carlo appare allora, sorprendendo i congiurati, dei quali ordina
l'immediata esecuzione. Una processione di Elettori, dame, paggi e cavalieri
entra per rendere omaggio al nuovo Imperatore: tra essi c'è anche Elvira,
che lo supplica affinché perdoni i ribelli e risparmi loro la vita.
Don Carlo accorda l'amnistia, e magnanimamente concede inoltre che Elvira
si unisca a Ernani, e che a quest'ultimo vengano resi il titolo ed i possedimenti.
L'atto si conclude con un'apoteosi del novello Imperatore, successore di Carlo
Magno. Solo una persona non emette grida di giubilo ma di vendetta: è
Silva.
ATTO QUARTO |
Terrazza nel palazzo di Don Juan de Aragón (il vero nome di Ernani).
Si festeggiano gli sposi, quando viene notato dai servitori un uomo dallo
sguardo tetro, avvolto in un mantello nero e coperto da una maschera, che
si aggira con fare furtivo. Elvira ed Ernani sono al colmo della gioia, ma
mentre si scambiano il tanto sospirato eterno amore, si ode il suono di un
corno. Ernani, riconoscendo il segnale, impallidisce e allontana Elvira con
un pretesto. Poco dopo appare Silva, che, togliendosi la maschera e facendosi
riconoscere, ricorda il patto. Ernani cerca di dissuaderlo; quindi anche Elvira,
che nel frattempo è tornata e intuisce quello che sta accadendo, si
scaglia contro il vecchio, dapprima con violenza, poi con dolcezza, ma tutto
è inutile. Silva è irremovibile. Ernani non può che tener
fede al giuramento: con un pugnale si trafigge il petto e muore mentre Elvira
si lascia
SINFONIA
n° 9 di Ludwig
van Beethoven |
Vita e opere di Ludwig
van Beethoven
Ludwig van BEETHOVEN naque a Bonn nel 1770 da famiglia
originaria delle Fiandre. IL nonno Ludwig e il padre Johann furono anch' essi
musicisti. Beethoven già precocemente manifestò attitudini musicali
sotto la guida del padre, ma con Neefe iniziò la sua vera formazione
musicale. La sua infanzia fu segnata da gravi preoccupazioni dovute al fatto
che il padre si alcolizzava, la madre morì nel 1787, e lui dovette
provvedere ai bisogni della famiglia; ma tutto ciò non gli impedì
di proseguire gli studi musicali.
Con l'arrivo a Bonn dell'arcivescovo Maximilian Franz e dei suoi modi di governo
illuminato l'atmosfera della città cambiò radicalmente. Fu fondata
un'università frequentata anche da Beethoven, che intanto insegnava
pianoforte nella famiglia von Breuning , e in quell' ambiente entrò
in contatto con personalità quali Goethe, Schiller e Herder.L'arcivescovo
intanto lo prese al suo servizio e diede a B. la possibilità qualche
anno più tardi di andare a studiare a Vienna. Qui vi rimase fino alla
morte perchè i suoi legami con Bonn furono troncati dalla invasione
francese della città. A Vienna studiò con Haydn, Salieri e Albrechtsberger
e presto acquistò fama grazie alla sua bravura al pianoforte.Godette
della protezione di personaggi autorevoli come i principi Lobkowitz e Lichnowsky
e l'arciduca Rodolfo. Questo fu per il maestro il periodo di maggior fortuna
economica, ma purtroppo furono anche gli anni in cui si manifestarono i primi
sintomi della sordità.
L'opera di Beethoven non è molto vasta (se rapportata all'opera
di Mozart o Haydn) ma ricca di innovazioni fondamentali su molti fronti.
Il catalogo registra 138 composizioni di cui le maggiori sono:le 9 sinfonie,
i 5 concerti per pianoforte ed orchestra, il concerto per violino, le 2 messe,
l' opera teatrale Fidelio, le 32 sonate per pianoforte e i 16 quartetti per
archi.
Sarebbe impossibile in poche righe parlare delle peculiarità di queste
opere, quindi cercherò di descrivere le innovazioni della musica del
maestro in modo generale.
L'opera di Beethoven viene suddivisa in tre periodi:
Il primo fino al 1800 circa, risente l' influsso del classicismo viennese
(Haydn e Mozart), ma la scrittura e già molto originale. Partendo dagli
schemi formali tradizionali B. sviluppa una scrittura più libera,personale,
piena di sconvolgente audacia espressiva.
Il secondo periodo sino al 1814 e il periodo in cui il maestro raggiunge il
successo ed è in possesso di uno stile peculiare; durante questa fase
le forme classiche pian piano si modificano sotto la spinta di una musica
ormai "diversa" che non può essere confinata in classici schemi formali,
una musica trabondante di connotati chiaroscurali e patetici che preannunciano
il romanticismo musicale.
Il terzo periodo è quello che fa di Beethoven un maestro immortale.
Nelle composizioni della maturità le forme classiche sotto la forza
dirompente della tensione espressiva si sfaldano.Il discorso musicale acquista
il senso del pensiero interiore del musicista. Le opere che prendono vita
in questo periodo sono atemporali e
uniche, uno stile che non ha ne precedenti ne continuità e diviene
musica ASSOLUTA.
La grandezza e l'immortalità della musica del maestro è spiegabile
solo attraverso un'analisi del mondo interiore di Beethoven; un uomo che vive
per idee nobili ed immortali e che traspone tutta la sua energia nella musica,
facendola divenire un linguaggio astratto, atemporale e nobile, unico messaggero
dell'assoluto.
(sono del maestro le parole:LA MUSICA E' RIVELAZIONE PIU' ALTA DI OGNI SAGGEZZA
DI OGNI FILOSOFIA).
Beethoven è morto a Vienna nel 1827 nella completa sordità.
Dagli scritti emerge
un immenso amore per la natura, quasi in essa trovasse conforto e potesse
lenire nella sua contemplazione i suoi rovelli. |
Scrisse alla sua amica Therese Malfatti nel maggio del 1810: "Quanto è
fortunata Lei, che è potuta andare in campagna già così
presto. Io non potrò godere tale beatitudine fino al giorno 8. Non
c'è nessuno che possa amare la campagna quanto me. Dai boschi, dagli
alberi, dalle rocce sorge l'eco che l'uomo desidera udire."
Da una lettera alla Contessa Erdody nel 1815:
"Noi, esseri finiti, personificazioni di uno spirito infinito, siamo
nati per avere insieme gioie e dolori; e si potrebbe quasi dire che
i migliori di noi raggiungono la gioia attraverso la sofferenza".
Nei "Quaderni di conversazione" troviamo: "Onnipotente, nella foresta!
Io sono beato, felice: ogni albero parla attraverso te-O Dio! Che splendore!
In una tale regione boscosa, in ogni clima, c'è un incanto-E' come
se in campagna ogni albero mi facesse intendere la sua voce dicendomi: santo,
santo!"
Più in avanti, mentre si infittiscono gli appunti e i temi per la sua
sesta sinfonia, la "Pastorale", Beethoven scrisse:"Chi mai potrà
esprimere tutto ciò?"
Ma il suo più recondito sentire lo esprime nel "Testamento di Heiligenstadt",
una lettera indirizzata ai suoi fratelli Karl e Johann il 6 ottobre 1802.
"O voi che pensate che io sia... misantropo, quale ingiustizia mi fate!...
Da sei anni sono vittima di una terribile sventura, aggravata da medici incompetenti...
mi è impossibile gridare alla gente:" Parlate, gridate perchè
sono sordo!" Ah, come può essere possibile rivelare la debolezza di
un "senso" che dovrebbe essere più acuto in me che negli altri uomini?"
"La musica è una rivelazione più profonda di ogni saggezza
e filosofia...
Chi penetra il senso della mia musica potrà liberarsi dalle miserie
in cui si trascinano gli altri uomini."