Agosto 2001

1.La casa da cui veniamo.
Noi veniamo da Dio.
Siamo in primo luogo frutto del suo amore, suo dono, suoi figli per l'anima che egli crea direttamente per ciascuno di noi e per la grazia in forza dei meriti di Cristo.
Dall'eternità siamo previsti e voluti da Dio, che in noi imprime la sua immagine. Veniamo anche dai nostri genitori terreni, ministri di Dio e suoi collaboratori nell'accendere la vita nel mondo.
Sono verità da ricordare particolarmente nel nostro tempo, in cui i progressi della scienza nel campo della bioetica rischiano di far dimen­ticare il "Padre nostro" Dio, per ridurci a "figli della provetta" o a ibridi scimmioni; la perdita dei valori con la prevaricazione operata dalle leggi civili che fa strage di nascituri e imbarbarisce i costumi con le violenze e torture.

2.Le case in cui viviamo.

a) Alcuni non hanno casa. Il cristiano non può rimanere insensibile, come a Betlemme dove la Sacra Famiglia trovò solo una grotta di emergenza per fare nascere Cristo, perchè "non c'era posto nell'albergo". E quindi una sensibilizzazione delle coscienze eliminerà le sperequazioni tra i ricchi e le immobiliari, proprietari di case e palazzi, talora sfitti, e i tanti che non hanno un tetto, ma solo miseria.

b) La nostra casa.
Abbiamo tanto da imparare dal modo in cui Maria visse nella sua.
- Nella casa paterna: rapporti figli-genitori, nell'infanzia, nell'adole­scenza, nella giovinezza.
- Nella casa delle nuove famiglie: rapporti tra i coniugi, problemi di lavoro e di costruzione della vita domestica: amore, lavoro, sacrificio, comprensione, aiuto, fedeltà, delicatezza...

3.La casa alla quale dobbiamo tornare.
Nel giorno dell'Assunzione (15 Agosto) durante la Messa noi preghiamo:
"O Dio onnipotente ed eterno, che hai innalzato alla gloria del Cielo in corpo e anima l'immacolata Vergine Maria, Madre di Cristo, tuo Figlio, fa che viviamo in questo mondo costantemente rivolti ai beni eterni, per condividere la sua stessa gloria". Vi è indicata anche la nostra meta, e la via per raggiungerla: vivere in questo mondo rivolti ai beni eterni.
- Il cristiano allora deve ricordare anche nel Ferragosto che Maria ha vissuto in una casa, ma non ha dimenticato gli altri.
Nella casa di Elisabetta e Zaccaria: spontaneamente va a portare il suo aiuto di donna e soprattutto la presenza del Signore (appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo).
- Deve ancora ricordare che Maria ha provato le ristrettezze di una povertà estrema: Il tugurio di Betlemme, dove nella povertà dà al mondo il Salvatore e, con lui, l'augurio di pace agli uomini amati da Dio.
- E infine la normalità della gente comune: La casa di Nazaret, che cura col suo lavoro, santifica con la meditazione e la preghiera, adorna con la vita, costruisce con i sacrifici, guida con la sua opera educatrice, sostiene con la sua forza d'animo e il suo amore.
E' questo un messaggio che l'Assunta lascia agli uomini, troppo impegnati a morire negli incidenti stradali, a dimenticare Dio, perchè scomodo, e il prossimo perchè ingombrante.

Riflettere qualche volta ci renderebbe più felici!

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